È l’Italia dell’eccellenza e dell’altruismo quella emersa dai dati presentati all’apertura dell’ottava edizione del Sanit (il forum internazionale della salute) che si sta svolgendo a Roma presso la sede del Palazzo dei Congressi all’Eur. Palma d’oro, quindi, all’alto livello di qualità sviluppato dalle banche del sangue di cordone ombelicale italiane. Tra il 2007 e il 2010 quasi il 50% dei pazienti trapiantati nel nostro paese con cellule staminali ematopoietiche si è servito di banche italiane.
Per essere precisi, sono 261 i pazienti italiani che hanno ricevuto un trapianto con unità di sangue cordonale, di questi, ben 124 (il 47%) sono stati eseguiti con unità ottenute da banche italiane che al loro attivo hanno a disposizione un inventario di 20.000 unità. Donare il sangue del cordone ombelicale è sicuramente un atto di estrema sensibilità che dà la possibilità, a persone duramente colpite da patologie o terapie che devastano l’organismo, di tornare alla propria vita. Il sangue che irrora la placenta è ricco di cellule staminali ematopoietiche che hanno cioè la proprietà di generare tutte le cellule del sangue, globuli rossi, globuli bianchi e piastrine. Questo rende il sangue ombelicale una risorsa estremamente preziosa in grado di rigenerare il sangue midollare danneggiato da patologie cliniche o da quelle cure necessarie, come la chemio o la radioterapia, che devastano il nostro sistema creando alterazioni nei livelli ematici. Questa procedura che consente un recupero spontaneo e un ribilanciamento dei valori sanguigni ha però un limite di entro il quale è possibile usufruirne, infatti, dopo i 70 anni, questa cura non può più essere somministrata. In Italia e all’estero il trapianto allogenico di cellule staminali ematopoietiche (cioè un trapianto da un donatore diverso: familiare o volontario) sembra essere ormai procedura consolidata per il trattamento di patologie ematologiche e oncoematologiche.
La Bamco (una onlus che opera all’interno di una struttura pubblica, l’azienda ospedaliera Carlo Poma di Mantova) dal 2002 ha raccolto 2.200 cordoni ombelicali. Le mamme, con un contributo di 500 euro, possono depositare il sangue del cordone ombelicale per uso autologo (cioè usarle su loro stesse o sul bambino in caso di problemi futuri) e autorizzare anche quello allogenico. In futuro anche nella ricerca si potrebbero avere ulteriori significative svolte nell’ambito della medicina rigenerativa, che già sta avendo importanti riscontri. E’ il caso ad esempio dello studio statunitense dove il lavoro dei ricercatori della Stanford University School of Medicine ha portato a risultati che hanno consentito di trasformare le cellule epiteliali umane, (cellule della pelle) direttamente in neuroni funzionanti. Ultima in ordine di arrivo la strabiliante notizia proveniente dall’università di Edimburgo in Scozia dove il professor Jamie Davies con la sua equipe ha creato un rene artificiale ricavato dalle cellule staminali prevalentemente derivanti da liquido amniotico umano.