I primi trattamenti antiretrovirali sono cominciati nel 1996. Da allora, nuovi e migliori farmaci sono stati scoperti e hanno quasi trasformato l’AIDS in una malattia cronica. Tuttavia, vi è ancora spazio per migliorare le prestazioni delle strategie terapeutiche utilizzate nella pratica clinica. Ciò è dimostrato da uno studio pubblicato nell’edizione online di The Lancet, il che suggerisce che la somministrazione precoce del trattamento antiretrovirale riduce il tasso di sviluppo dell’AIDS e della morte nei pazienti HIV-positivi del 28%, quasi uno su tre.
Questo studio ha analizzato le informazioni provenienti da più di 45.000 pazienti in Europa e in Nord America. Il momento migliore per la terapia antiretrovirale è stata oggetto del dibattito per molto tempo. Il sistema immunitario delle cellule CD4, che scende quando l’infezione da HIV progredisce, è uno dei principali strumenti di orientamento per la creazione di un punto di azione. Le terapie attuali raccomandano di attendere finché la conta del CD4 non scende al di sotto di 350 cellule per millilitro (ml) in pazienti asintomatici. Anche se il sospetto potrebbe avviare il trattamento in anticipo, migliorando anche il risultato, questa raccomandazione è stata mantenuta a causa degli effetti indesiderati associati ai farmaci. Con le nuove famiglie di farmaci disponibili, meno tossici, è ora possibile prendere in considerazione iniziare anticipatamente la terapia senza penalizzare inutilmente la qualità della vita del paziente.
Lo studio pubblicato su The Lancet, nel quadro della terapia antiretrovirale, comprende informazioni provenienti da 15 istituti internazionali. I dati sono stati ottenuti su 21.247 pazienti che sono stati seguiti durante il periodo antecedente all’inizio della terapia antiretrovirale combinata e 24.444 pazienti che sono stati seguiti dall’inizio del trattamento. In attesa di somministrare la terapia combinata, la conta del CD4 era scesa a livelli tra 251 e 350 cellule/ml, associata ad un tasso di sviluppo dell’Aids più alto del 28%. Gli effetti negativi del ritardare la terapia sono direttamente legati al calo della conta del CD4. L’attesa per il trattamento fino a quando la conta del CD4 è stata al di sotto di questi livelli è stata anche associata ad un più elevato tasso di mortalità (13%).
La conclusione dello studio è che il livello più basso per avviare la terapia antiretrovirale è di 350 cellule/ml. Questo sarà presto indicato nella guida alla pratica clinica. E’ infatti in fase di pubblicazione una sorta di “manuale di istruzioni” con cui curare i pazienti affetti da Aids, ed esso probabilmente avrà come punto focale la raccomandazione di avviare il trattamento prima che la conta del CD4 scenda al di sotto di 350 cellule/ml. Il nuovo punto di inizio raccomandato sarà probabilmente tra 350 e 500 cellule/ml, in modo da intervenire prima ed abbassare il tasso di mortalità che oggi, nel 2009, è ancora troppo alto.
[Fonte: Sciencedaily]