Si chiama Ekso ed aiuta a camminare le persone affette da paraplegia. L’innovativo apparato tecnologico è stato presentato ieri ad Umbertide, in provincia di Perugia, presso il centro di riabilitazione Prosperius, l’unico al momento in Italia (ed in Europa) ad avvalersi dello strumento grazie ad un accordo siglato con l’azienda ideatrice e produttrice, l’americana Ekso Bionics. Da tempo si lavora su questo fronte e con tali obiettivi che come dimostrano le immagini ed il video che segue, sono diventati una realtà. La protagonista della dimostrazione si chiama Amanda Botlex ed era rimasta paralizzata dopo una caduta dagli sci, 20 anni fa.
Nel nostro Paese, come lei, il 75% dei pazienti paraplegici ha un’età compresa tra i 10 ed i 50 anni, con una causa traumatica alla base della condizione (incidente domestico, stradale, sportivo, ecc), con una prognosi direttamente proporzionale all’entità della lesione spinale: più è vasta e maggiore saranno le difficoltà nel recupero e nella riabilitazione. Questo è anche al momento il limite per l’utilizzo di questo esoscheletro robotizzato: non è per tutti purtroppo, ma solo per chi rientra in determinati range di lesione. Ma vediamo nello specifico di cosa si tratta e come funziona. Con il termine esoscheletro si intende una struttura (simile allo scheletro umano) che si trova all’esterno del corpo e si indossa, come una tuta (o se volete, un tutore), sopra agli abiti. Le “ossa” di cui è costituito sono di acciaio e carbonio (si applicano alle gambe) e sono dotate di 15 sensori computerizzati per il movimento, grazie ai quali l’anima robotizzata riconosce l’intento del movimento del paziente riuscendo in tempo reale a spostarsi per lui e con lui. E
’ dotato ovviamente di un motore elettrico e di batterie che raggiungono un’autonomia di quattro ore. Può essere utilizzato a mano dal paziente, ma solo dopo una lunga fase con il tecnico della riabilitazione che potrà avvalersi invece di un telecomando. Si avvale inoltre anche di speciali stampelle. Si tratta va detto, di un prototipo sperimentale ed il centro di riabilitazione Prosperius ha già stabilito una serie di step successivi per testare Ekso con altre patologie: dopo la paraplegia da lesone spinale, nel 2013 si spera di iniziare i test su pazienti colpiti da Parkinson, ictus, patologie che comportano perdite della mielina ed in primis, da sclerosi multipla. Tutto però solo all’interno del centro di riabilitazione. Il primo apparecchio domiciliare solo nel 2014. Di seguito l’emozionante video con Amanda Bolex, paraplegica che torna a camminare grazie all’esoscheletro robot Ekso. Maggiori informazioni sul sito del centro Prosperius, o della Ekso Bionics.
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