Uno dei problemi sociali di oggi, tempo di profumi ed eccesso di deodoranti, può essere il cattivo odore proveniente dalla sudorazione. Capita spesso che siano in molti a soffrire di iperidrosi, cioè un problema che porta le ghiandole sudoripare a secernere eccessivo sudore, anche magari senza che il corpo sia sotto sforzo o faccia molto caldo.
Questo, di conseguenza, porta a cattivo odore, che rende più difficili le relazioni sociali. Per questo molte persone finiscono con il soffrire anche dal punto di vista psicologico di questo problema, e cercano di risolverlo con i metodi conosciuti fino ad oggi, e cioè la chirurgia invasiva o le iniezioni di botulino per tutta la vita. Un medico inglese però ha trovato una soluzione: la chirurgia laser.
L’operazione è molto semplice, dura solo un’ora e costa 3.800 euro. La tecnica si chiama Laser Sweat Ablation (letteralmente ablazione del sudore con il laser) ed è attuata dal dottor Mark Whiteley, chirurgo vascolare che gestisce una clinica a Guildford, nel Surrey. La tecnica, imparata in Brasile, si basa sull’applicazione di una soluzione di iodio sull’ascella. Questa individua le ghiandole le quali, dopo un’anestesia locale, vengono separate dal tessuto corporeo con una piccolissima incisione, e vengono distrutte con il laser ed aspirate. Il tutto nel giro di un’ora e senza l’applicazione di punti, visto che l’incisione è di soli tre millimetri e può guarire con un normale bendaggio.
La tecnica comunque, per quanto avanzata ed apparentemente comoda, ha anche i suoi lati negativi. Primo punto, non è applicabile ad altre zone del corpo che possono soffrire di iperidrosi come le mani o il viso; non è completamente sicura, dato che ha successo nel 70% dei casi e può generare facilmente delle infezioni. Inoltre, secondo alcuni chirurghi pratici di questo genere di operazioni, l’intervento, sia quello laser che quello classico, dev’essere l’ultima spiaggia, visto che è molto più importante recuperare il paziente dal punto di vista psicologico, dato che è quella la natura principale della malattia, e trattare con la chirurgia soltanto i casi più disperati.
[Fonte: Repubblica]