L’oro è un metallo amato, prezioso. E lo è in tutti i sensi, anche per la nostra salute, specialmente se chiamato a contrastare i tumori.
Dopo 10 anni di studio infatti, il Dipartimento di Scienze Chimiche dell’Università di Padova ha creato una famiglia di farmaci chemioterapici, basati sul questo metallo. La loro peculiarità? Una bassa tossicità rispetto ai farmaci attualmente in uso ed una forte efficacia contro le cellule cancerose.
Il gruppo di ricercatori, guidato dalla dott.ssa Dolores Fregona è stata in grado di progettare un chemioterapico molto simile come struttura a quello attualmente in uso a base di platino, ma ne ha contemporaneamente abbattuto la “velenosità” per il corpo umano, riducendo quindi sensibilmente gli effetti collaterali ad esso collegati.
Nel mettere a punto il farmaco il team ha legato la molecola metallica, ad una molecola organica chiamata “legante dituocarbammato”), rivelatasi in grado di diminuire e nei casi migliori impedire la reazione tossica del metallo a contatto con le biomolecole contenenti zolfo, che se “aggredite” scatenano la tossicità del farmaco.
Spiega la dott.ssa Fregona:
Negli ultimi due anni abbiamo concentrato i nostri studi sulle caratteristiche della cellula tumorale che sono assolutamente peculiari rispetto a quelle della cellula sana. La molecola organica legata al metallo è stata ulteriormente affinata per rendere il potenziale farmaco selettivo verso il tessuto tumorale.
Ed aggiunge:
Confrontando i nuovi risultati in vivo con i dati del precedente studio abbiamo avuto la conferma che i nostri farmaci hanno elevate proprietà antitumorali e sono altamente selettivi verso la cellula malata, tanto da permetterci di depositare un brevetto internazionale per il loro uso come nuovi agenti per la chemioterapia antitumorale.
I tessuti sani dell’organismo vengono quindi protetti, mentre le cellule tumorali vengono attaccate. L’importanza di questa scoperta non risiede solamente nella bassa tossicità che accompagna questi tipi di farmaci, ma anche nell’azione degli stessi nei confronti di alcuni tipi di tumore, come il cancro alla mammella ( per il quale si è rilevata una diminuzione del 50% della proliferazione di metastasi, n.d.r), e una riduzione dell’85% della crescita per ciò che riguarda alcuni tipi di tumore alla prostata.
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Fonte: TgCom