Dati e ricerche che riguardano l’elettrosmog ce ne sono a centinaia, ma purtroppo sono pochi quelli che concordano su tesi certe. Per elettrosmog si intende quell’inquinamento che proviene dalle onde elettromagnetiche, le quali possono essere generate dai cellulari, dalle antenne, dal wi-fi, pc o forni a microonde.
Alcuni scienziati dicono che fanno venire il cancro, altri che sono innocui, altri ancora non sono sicuri delle conseguenze. Cerchiamo di fare un po’ d’ordine con Alessandro Polichetti, ricercatore del dipartimento di Salute e tecnologia dell’Istituto superiore di sanità, intervistato da Kataweb.
In primo luogo, bisogna distinguere tra basse e alte frequenze. Le basse frequenze sono quelle inferiori ai 300 Hz, e sono quelle generate dalle linee elettriche ad alta tensione; le alte frequenze, chiamate anche campi elettromagnetici, sono invece quelle che raggiungono o sono appena al di sotto dei 300 GHz, e cioè le antenne dei ripetitori per i cellulari, forni a microonde, sistemi wi-fi e monitor del computer. Mentre nel primo caso tutto il mondo scientifico è concorde nell’affermare che non ci sono problemi per la salute, per quanto riguarda i campi elettromagnetici i pareri sono discordanti.
L’unico punto su cui tutti concordano è che, nonostante non vi siano dati estremamente certi, sono sconsigliate le esposizioni prolungate sia alle basse che alle alte frequenze. Solo in quel caso potrebbero sorgere dei problemi per la salute. Qui possono essere stimolati i tessuti elettricamente eccitabili come i nervi e i muscoli. Per quanto riguarda le antenne dei ripetitori, quelle che di solito destano più preoccupazione, effettivamente diversi dati attestano la loro pericolosità, ma siccome spesso esse si trovano lontane dai centri abitati, non sono poi così pericolose. E’ più interessante invece il caso dei cellulari. Usati moderatamente, non provocano alcun danno. La stimolazione è molto bassa e la temperatura, generata dal campo elettromagnetico che il corpo assorbe, aumenta solo di 0,1 o 0,2° C. nella parte esterna dell’orecchio, ed ancora meno nel cervello, dunque non ci possono essere modifiche rilevanti. Inoltre esistono limiti di legge, che in Italia sono anche più bassi rispetto all’estero, per cui l’attività elettromagnetica rimane talmente bassa che non ci sono preoccupazioni rilevanti. Ma attenzione all’uso prolungato. Qui la reazione del nostro corpo potrebbe cambiare, e per alcuni potrebbero avvenire anche modifiche nel dna.
Rimangono dubbi solo sul wi-fi, e per questo in alcuni Paesi, come Austria e Germania, i Governi consigliano il cavo alla rete senza fili. Ma anche in questo caso, come accade con i cellulari, l’esposizione moderata non provoca alcun danno. I dati sul lungo periodo non sono ancora noti, ma per adesso non ci sono pericoli accertati, anche se il consiglio è sempre quello di non rischiare.
[Fonte: Kataweb]