La musica può aiutare i malati terminali a vivere meglio la propria condizione. Lo conferma uno studio, che ancora una volta rende inconfutabile una delle verità, finora presunte, dell’essere umano: la musica può rappresentare una valida terapia , specialmente a livello psicologico.
La ricerca, decisamente articolata nel suo genere, è stata condotta da una squadra di ricercatori specializzata in terapia presso il Concordia University Department of Creative Arts Therapies di Montreal, in Canada.
Il gruppo di studiosi, creato grazie alla partecipazione di alcuni studenti della facoltà in questione, i musicisti di una orchestra e un professionista proveniente da un reparto ospedaliero della zona specializzato in cure palliative per pazienti cronici e terminali, è riuscito a dimostrare come la musica possa rappresentare una valida terapia di supporto e conforto per una tipologia di malati, come quelli terminali, confinati su un letto di ospedale senza la possibilità di potersi muovere.
Spiega il coordinatore della ricerca, Sandi Curtis:
Il nostro studio ha mostrato come la musicoterapia si è dimostrata efficace nel migliorare il sollievo dal dolore, il comfort, il relax, l’umore, la fiducia, la resistenza, la qualità della vita e il benessere nei pazienti.
La ricerca è stata pubblicata sulla rivista Music and Medicine. Della durata di tre anni lo studio ha osservato il comportamento dei 371 beneficiari scelti per la “sperimentazione”, malati terminali di età compresa tra i 18 anni ed i 101 anni. In percentuale molto alta si trattava di persone affette da patologie cancerose, di entrambi i sessi.
Coloro che hanno partecipato sono stati oggetto di una sessione di musicoterapia della durata compresa tra i 15 ed i 60 minuti, composte appositamente per attuare quattro tipologie di intervento differenti: il sollievo dal dolore, il rilassamento, l’umore e la qualità della vita.
Nella maggioranza dei casi è stato riscontrato nei pazienti un conforto dall’ascolto della musica. In tre casi in particolari il sollievo è stato così forte per i pazienti che i loro famigliari hanno richiesto l’intervento del gruppo anche per loro stessi in seguito al decesso dei loro cari.
Conclude il dott. Curtis:
In altre due occasioni, a causa del forte legame creato nelle sedute precedenti di musicoterapia, il team di musicoterapia è stato invitato a esibirsi al funerale del paziente.
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Fonte: La Stampa