Tumori: finalmente è stato approvato il nuovo Piano Oncologico Nazionale. Fautore: la Conferenza Stato-Regioni.
Si tratta di un cambiamento molto importante: il nuovo documento infatti fa il punto in maniera diretta ed esplicita sulla necessità di un forte supporto psicologico alle persone che debbono combattere con il cancro, in tutte le sue accezioni.
A rendere nota l’eccezionalità del cambiamento ci ha pensato la Favo, Federazione Associazioni di Volontariato Oncologico, attraverso un entusiasta comunicato stampa.
Il nuovo piano oncologico nazionale rappresenta una svolta storica nell’oncologia: dopo 15 anni di battaglie culturali e sociali promosse dal volontariato italiano si riconosce nel Piano Oncologico Nazionale l’importanza del supporto psicologico.
E prosegue:
Data questa sua connotazione di strumento di promozione di concrete ed efficienti modalità rivolte al conseguimento di risultati efficaci nella lotta al cancro (riconosciuto come causa del 30% di tutti i decessi) il Piano Oncologico Nazionale assume, per decisione della Conferenza Stato-Regioni, il più pregnante titolo di “Documento tecnico di indirizzo per ridurre il carico di malattia del cancro” per il triennio 2011-2013.
Finalmente, proseguono dall’associazione, il documento ha messo al centro dei nuovi protocolli, le risposte da sempre richieste per i pazienti a supporto della loro psicologia, e soprattutto le necessità che scaturiscono dal bisogno di prevenzione relativo alle possibili complicanze ed alle recidive.
Nel nuovo piano oncologico appaiono le linee guida per la riorganizzazione dell’assistenza del malato attraverso la preparazione dei parenti e famigliari, soprattutto nel periodo di riabilitazione del paziente, quando quest’ultimo ha bisogno di un supporto forte sia a livello medico che a livello emotivo.
Sottolinea ancora la Favo:
Quello appena varato si prospetta quindi un Piano Nazionale volto ad assicurare elevati livelli di cura e assistenza a chi affronta la malattia oncologica, con l’obiettivo primario di ridurre le disparità esistenti fra le varie zone del nostro paese.
Non mancano però le critiche: secondo i logopedisti ed i fisioterapisti, si tratta di un documento autoreferenziale non adatto alla evoluzione che il Sistema Sanitario Nazionale ha subito begli ultimi anni, specialmente per ciò che riguarda le necessità biologiche della persona.
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Fonte: Italia Salute