Quando si parla di tumori, non ci si sofferma a pensare spesso ai farmaci utilizzati ed al costo degli stessi. Le statistiche al contrario ci insegnano che l’80% delle oncologie ospedaliere italiane versa in condizioni di gravi disagio. E la causa va riscontrata non solo nel fatto che i rimborsi per le cure erogate coprono solamente la metà delle spese. Molto dipende dai farmaci. Per i quali si sta valutando di regolare il prezzo a seconda dell’efficacia.
La situazione può essere spiegata guardando i dati: i malati aumentano e vivono più a lungo le terapie sono più complicate che in passato ed i farmaci innovativi sono di costo molto elevato. In particolare quando di parla di principi attivi derivanti da “molecole biologiche” che nel totale della spesa rappresentando poi giusto un quarto dei fattori spesa.
In Italia in realtà è giù attivo un sistema di controllo in tal senso, così come spiega il dott. Filippo de Braud, primario della divisione Oncologia medica all’Istituto nazionale tumori di Milano:
Gli oncologi e l’Agenzia italiana del farmaco collaborano da anni per razionalizzare l’uso dei farmaci ad alto costo. Dal 2005 abbiamo creato dei sistemi che sono stati presi come modello da altri Paesi europei: cost sharing, risk sharing e payment by result. Si tratta di tre diverse modalità di condividere la spesa dei farmaci oncologici tra Servizio sanitario e aziende farmaceutiche: prevedono una sorta di “sconto” o il pagamento della terapia innovativa solo nei pazienti che effettivamente ne traggono beneficio.
Un sistema che consente di risparmiare in buona parte dei casi. Il cost sharing è un accordo tra l’agenzia del farmaco e l’azienda produttrice del medicinale per ottenere uno sconto sul prezzo dei primi cicli di cura del paziente. Il secondo è uno sconto sui primi cicli del farmaco innovativo che “non” risulta efficace sul paziente (in questo caso la divisione dei costi è tra il sistema sanitario nazionale e la azienda produttrice, n.d.r.); ed infine vi è il payment by result che è la soluzione considerata ideale, visto che il pagamento è direttamente proporzionale al successo della terapia sui malati in base ai tempi ed ai criteri stabiliti dagli studi scientifici di approvazione del farmaco.
Ed è proprio su quest ultimo che l’agenzia italiana del farmaco ed il sistema sanitario nazionale stanno puntando a rendere il sistema definitivo di pagamento per i farmaci oncologici.
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Fonte: Corriere della Sera