Un farmaco anti-asma ripristinerebbe le funzioni cognitive. E’ questo il risultato di un’interessante ricerca condotta, tra gli altri, dall’Università Statale di Milano e pubblicata in queste ore sulla rivista di settore Nature Communications.
Il Montelukast, un medicinale da tempo in commercio per il trattamento dell’asma, non solo aiuterebbe le persone a respirare meglio ma favorirebbe un generale ringiovanimento del cervello ripristinando le funzioni cognitive dello stesso. Al momento la sperimentazione ha appena passato con successo l’applicazione su animali anziani dopo una terapia di 6 settimane in dosaggi compatibili con quelli umani. Condotto dal professor Ludwig Aigner, professore di Medicina Molecolare Rigenerativa presso l’Università Medica Paracelsus di Salisburgo questo studio apre un percorso nuovo e concreto non solo all’arginamento della naturale demenza che si sviluppa con l’età, ma alla possibilità di raggiungere una cura reale per diverse patologie neurodegenerative caratterizzate da perdita della memoria.
Non dobbiamo dimenticare che la perdita delle funzioni cognitive è favorita da diversi fattori: il deterioramento dei neuroni, la riduzione della formazione di nuove cellule cerebrali nell’ippocampo, dove vengono immagazzinate le informazioni ambientali. O ancora la presenza di infiammazioni del cervello. Con questo farmaco tali eventualità potrebbero venire corrette. Sfogliando lo studio in questione è possibile vedere che questo medicinale contro l’asma (che tra l’altro presenta una bassa incidenza di effetti collaterali, N.d.R.) è stato in grado sia di ripristinare la neurogenesi nell’ippocampo migliorando memoria ed apprendimento sia di ridurre sensibilmente l’infiammazione nell’encefalo.
Questo effetto benefico è dovuto all’interazione del farmaco con un recettore specifico conosciuto come GPR17. Spiega la coordinatrice dello studio:
Da tempo si sa che il cervello non è separato dal resto del corpo e che le sue funzioni possono risentire fortemente dei fenomeni infiammatori presenti in altri organi. Nel lungo termine la presenza di infiammazione in organi periferici, quali il polmone e l’intestino, riduce la capacità del cervello di autoripararsi e ne deteriora il funzionamento. Studi precedenti avevano dimostrato che una delle cause principali della perdita cognitiva nell’anziano è l’accumulo nel sangue di eotaxina, una sostanza infiammatoria coinvolta nell’asma. Da qui l’ipotesi – oggi confermata – che un farmaco antiasmatico come Montelukast potesse bloccare l’infiammazione anche nel cervello e mostrare effetti rigenerativi sulle sue funzioni.
Non resta che attendere gli studi clinici per avere la certezza di tale effetto anche sull’uomo.
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