Un farmaco contro l’artrite, utilizzato correntemente dai pazienti affetti da questa malattia, potrebbe rappresentare uno strumento salvavita per coloro che rischiano di rimanere vittime di un infarto.
Una sorta di medicinale salva-cuore. E’ questo che sostiene un gruppo di ricercatori dell’Unversità di Sydney dopo aver scoperto che la colchicina, una sostanza antinfiammatoria di origine vegetale è in grado di proteggere il muscolo cardiaco abbassando nell’organismo i livelli delle pericolose proteine attive nei disturbi cardiovascolari. Il loro studio, recentemente presentato a Londra e pubblicato sulla rivista di settore Journal of the American Heart Association sembrerebbe rappresentare la chiave di volta per il trattamento delle malattie cardiache che presentano un alto rischio di sfociare in infarto.
Il tutto si basa sulla lotta ai “marcatori cattivi”. I test eseguiti dai ricercatori australiani infatti hanno potuto mostrare come la colchicina sia in grado di abbattere fino all’88% la concentrazione dei tre principali marcatori infiammatori che rappresentano un pericolo per il cuore. Gli scienziati, per giungere alle loro conclusioni, hanno lavorato su un campione di 40 persone affette da sindrome coronarica acuta: si tratta di una patologia potenzialmente letale. Il sangue di questi pazienti contiene alti livelli dei markers da tempere. Spiega il prof Sanjay Patel, coordinatore della ricerca:
Se i test daranno ancora risultati positivi, avremo a disposizione una nuova terapia che migliorerà notevolmente le prospettive di chi subisce attacchi cardiaci.
Il farmaco contro l’artrite a base del suddetto principio attivo appare molto promettente perché i dati raccolti dimostrano che riesce ad essere efficace anche nei pazienti la cui risposta alla terapia non è la migliore. Non solo: si tratta del primo farmaco che agisce direttamente sull’infiammazione e non sulle altre concause. E’ innegabile che la maggior parte dei trattamenti siano legati, al momento, all’abbassamento del colesterolo, della pressione sanguigna ed alla diluizione del sangue.
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