Il linfoma è una forma tumorale del sangue che colpisce i globuli bianchi adibiti alla nostra protezione e che può presentarsi nel midollo osseo, nel materiale ematico stesso ma anche nei linfonodi ed in altri organi. Una ricerca condotta negli Stati Uniti conferma la celiachia come un possibile fattore di rischio per la sua comparsa.
Ricordiamolo, la celiachia è una patologia di tipo autoimmune che indica l’intolleranza al glutine, una proteina contenuta all’interno di frumento, orzo, segale ed i loro derivati. I disturbi più diffusi che questa malattia comporta sono diarrea, gonfiore addominale, disturbi dell’apparato digerente e talvolta sindromi da malassorbimento derivanti dagli effetti del glutine sui villi intestinali. Nei bambini la celiachia può essere anche causa di ritardo nella crescita e rachitismo.
Gli scienziati del Celiac Disease Center presso il Columbia University Medical Center e quelli del NewYork-Presbyterian hanno condotto uno studio dedicato alla correlazione su queste due malattie pubblicato sulla rivista di settore Annals of Internal Medicine il quale ha mostrato che i pazienti affetti da celiachia caratterizzati da un’atrofia dei villi (si tratta di un danno comune della celiachia identificabile attraverso la biopsia, N.d.R.) presentavano statisticamente un rischio più alto di linfoma rispetto a quelli i cui villi intestinali erano tornati nella norma. Ha commentato il dott. Peter Green, uno dei firmatari dello studio:
Dopo che la diagnosi è stata fatta e il paziente inizia una dieta priva di glutine, ci aspettiamo di vedere il recupero dei villi. I medici e i pazienti vedono la guarigione come un obiettivo, ma fino a ora non vi era alcun nesso tra guarigione confermata dalla biopsia intestinale e i fattori di rischio clinici. Sappiamo da molti anni che i pazienti con malattia celiaca hanno un aumentato rischio di linfoma. Il nostro studio dimostra che i pazienti celiaci con atrofia persistente dei villi hanno un aumentato rischio di linfoma, mentre quelli con intestino guarito hanno un rischio significativamente inferiore, che si avvicina a quello della popolazione generale.
Ecco un motivo in più per attenersi strettamente ad una dieta priva di glutine e far si che i villi intestinali possano ritrovare una condizione di salute stabile.
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