5 milioni di italiani sono affetti da osteoporosi e malattie similari che rendono fragili le ossa. 90.000 fratture l’anno che in Europa raggiungono quota 500.000 ovvero una al secondo. Donne in due casi su tre. Si stima che nel nostro paese questa patologia arrivi a costare al servizio sanitario nazionale annualmente circa un miliardo di euro per i soli ricoveri ospedalieri. Sono i dati emersi nel corso del X° Congresso Nazionale della SIOMMMS (Società Italiana dell’Osteoporosi del Metabolismo Minerale e delle Malattie dello scheletro) in corso a Brescia.
L’occasione è servita a fare il punto sulle nuove terapie. Ovviamente i malati aspettano con trepidazione il denosumab, che in Italia dovrebbe essere disponibile già da gennaio 2011.
“Ci sono poi i bifosfonati, farmaci già noti ma con un campo di ricerca molto attivo in cui si è messa a punto una versione somministrabile una volta all’anno e non più quotidianamente» ha spiegato Andrea Giustina, Responsabile del Servizio di Endocrinologia e del Centro Osteoporosi dell’Asl di Brescia.
Lo studioso ha anche presentato i dati di alcune ricerche condotte a livello internazionale con il suo team che riguardano l’ormone della crescita.
“Diversamente da quanto si pensa, l’ormone della crescita non serve solo ad alimentare lo sviluppo dei bambini, bensì aiuta anche a sostenere l’ossatura degli adulti. Numerosi studi molecolari poi replicati sull’essere umano, ci hanno dimostrato che anche nell’adulto il sistema endocrino regolato da questo ormone stimola il metabolismo osseo alla produzione di nuovo osso.
Che significa? Che la carenza di ormone della crescita che si riscontra dopo un trauma cranico, in seguito ad interventi chirurgici sull’ipofisi, o semplicemente col passare degli anni a causa dell’invecchiamento, conduce all’osteoporosi e alle ripetute fratture ossee.
Colmare questa carenza è un nuovo percorso terapeutico”.
La ricerca appena pubblicata sulla rivista scientifica americana Endocrine Reviews, ha dimostrato anche la possibilità di usare un ormone della crescita sintetico (realizzato in collaborazione con il Policlinico A. Gemelli di Roma) che sta dando ottimi risultati.
Oltre alle importanti e nuove acquisizioni scientifiche, il congresso è stato l’occasione anche per fare il punto sulle università. Ha spiegato il Prof. Salvatore Minisola, presidente Siommms:
“In Italia c’è una carenza formativa impressionante: nelle nostre Facoltà non esiste neppure la specializzazione in malattie metaboliche dello scheletro.”
La Siommms si è detta pronta non solo a intensi programmi di formazione per i medici, ma anche a fare un censimento dei vari Centri per la prevenzione e la cura dell’osteoporosi sparsi sul territorio italiano. Un servizio necessario per i tanti affetti da questa patologia.
[Fonte: Siommms]