Tra le precauzioni che dovremmo prendere contro la pressione alta, a sorpresa ve ne è una che forse non avremmo mai pensato potesse risultare necessaria: quella di rinunciare almeno un poco all’utilizzo del cellulare.
Secondo uno studio recentemente presentato da un gruppo di scienziati italiani presso l’annuale Scientific Meeting of the American Society of Hypertension in corso a San Francisco, utilizzare a lungo gli smartphone può portare l’organismo a soffrire di ipertensione arteriosa. Ma non a causa delle possibili radiazioni emesse dall’apparecchio come tutti noi potremmo pensare erroneamente, ma a causa dell’atto stesso della ricezione o dell’esecuzione della chiamata. Ad essere chiamato in causa sarebbe lo stress derivante dal dovere entrare in contatto in questo modo con terze persone.
Un disturbo nel quale la differente età delle persone è un fattore importante. La pressione arteriosa sembra infatti rimanere nella norma con più facilità nelle generazioni più giovani, rispetto ad adulti ed anziani, la cui ipertensione legata all’utilizzo del cellulare è più evidente. Nel corso della loro sperimentazione i ricercatori italiani dell’Ospedale Guglielmo Da Saliceto di Piacenza hanno potuto verificare come nel corso di una conversazione telefonica i valori passassero da un range di 121/77 a 129/82. Un aumento significativo se si pensa che parliamo dello svolgimento di un’attività a riposo. Hanno commentato gli esperti:
Il sottogruppo di pazienti che erano più abituati all’uso del telefono era più giovane, il che potrebbe mostrare che le persone più giovani sono meno inclini a essere disturbate da intrusioni telefoniche. Un’altra possibilità è che le persone che fanno più di 30 chiamate al giorno possono sentirsi più rassicurati se il telefono cellulare è attivo, in quanto essi non corrono il rischio di perdere un’opportunità.
In ogni caso è palese che il cellulare sia ormai diventato un dispositivo in grado non solo di influire socialmente sulla vita delle persone, ma sempre di più anche fisicamente. Con conseguenze non sempre positive.
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