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Primo polmone riparato con cellule staminali

Delle cellule staminali mesenchimali sono state in grado di riparare letteralmente un polmone, o meglio una fistola bronchiale, di un paziente italiano. Lo studio del quale questa particolare operazione ha fatto parte è stato pubblicato dalla rivista di settore New England Journal of Medicine.

A collaborare per ottenere la guarigione del malato ed il funzionamento corretto delle cellule staminali sono stati i ricercatori della IEO in collaborazione con Università Statale di Milano e la Cell Factory della Fondazione Ca’ Granda Policlinico di Milano. Si tratta del primo caso al mondo di “riparazione del tessuto bronchiale con cellule staminali”, che segna il passaggio finale delle cellule staminali riparatrici dal laboratorio all’applicazione clinica. Spiegano i ricercatori, i quali hanno affrontato anche una lunga fase di preparazione sul modello animale:

Abbiamo prelevato le cellule staminali (cellule staminali adulte mesenchimali) dal midollo osseo del paziente, un uomo di 42 anni sottoposto all’asportazione del polmone destro per mesotelioma pleurico. Le abbiamo espanse e poi inoculate tramite una metodica mininvasiva, la broncoscopia flessibile, nell’area del bronco dove si era creata una fistola post-chirurgica, una sorta di “ferita aperta” tra il bronco e il cavo pleurico, dovuta alla mancata cicatrizzazione fisiologica che normalmente avviene dopo la chirurgia. La metodica si è rivelata efficace nello stimolare la cicatrizzazione del bronco, evitando così altri interventi invalidanti.

Ad otto mesi dal trapianto, il paziente sta bene e non ha avuto recidive. Le cellule staminali mesenchimali sono conosciute per la loro capacità di migrare ed attecchire dove si trova il tessuto danneggiato. La parte più interessante è che sono in grado di “comunicare” con le cellule malate dando il via ad una riparazione vera e propra delle stesse, favorendo sia la rigenerazione che il ripristino delle funzioni delle altre cellule. Il metodo messo a punto dai ricercatori consente non solo di ottenere la guarigione del paziente ripararando il tessuto, ma di raggiungere questo risultato senza che vi siano problemi di rigetto: fattore favorito proprio dall’utilizzo di cellule staminali del paziente.

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