La sicurezza stradale? Una questione di salute psichica. Si è tenuto Sabato scorso a Milano il convegno “Lo psicologo del traffico. Teorie, esperienze, prospettive” organizzato dall’Ordine degli Psicologi della Lombardia e dall’Unità di ricerca in psicologia del traffico dell’università Cattolica costituita da un team di psicologi, in collaborazione con professionisti della viabilità, istituzioni, forze dell’ordine, autoscuole e scuole. Lo scopo? Mettere la psicologia al servizio “dell’uomo della strada” (l’automobilista, ma anche il pedone) per ridurre il numero di vittime di incidenti stradali.
Il team svolge inoltre attività di prevenzione nelle scuole e collabora attivamente con vigili e polizia per raccogliere le testimonianze delle persone scampate a un incidente stradale. Allo stesso modo, gli psicologi sono anche impegnati nel sostegno a vittime di incidenti e ai loro familiari. Fra gli obiettivi, rendere obbligatoria la figura dello psicologo nelle autoscuole e varare un un codice di autoregolamentazione che insegni ai giovani il senso di responsabilità alla guida non solo attraverso il semplice passaggio di informazioni e ammonimenti in questa direzione, ma anche, e soprattutto attraverso la consapevolezza delle dinamiche psichiche che intervengono quando si è alla guida per imparare a gestirle in modo che non si tramutino in un pericolo per se stessi e per gli altri. Basti pensare che tre italiani su 10 sfogano l’aggressività repressa e le frustrazioni al volante.
Nelle intenzioni dell’Unità, infine, afferma Enrico Molinari presidente dell’Ordine degli psicologi della Lombardia, anche la diffusione di una prassi affermata negli Stati Uniti che prevede l’incontro fra i familiari della vittima e la persona che ha causato l’incidente fatale. In questo modo infatti -continua Molinari-“da un lato l’aggressore viene alleggerito dal peso della colpa, dall’altro la vittima o la sua famiglia possono sperimentare l’esperienza liberatoria del perdono“. Infine gli esperti smentiscono il detto “donna al volante pericolo costante”: le donne si distinguono infatti per la maggior prudenza alla guida e per il minore numero di incidenti causati, e anche i giovani si mostrano molto più rispettosi di quanto si creda delle norme del codice stradale.