Il sangue umano prodotto in laboratorio è una realtà che potrebbe raggiungere la sperimentazione umana già nel 2016. Un gruppo di scienziati scozzesi dell’Università di Edimburgo è riuscito infatti a produrne del gruppo 0 partendo da cellule staminali umane pluripotenti.
La squadra guidata da Marc Turner presso il Medical Research Council ha sviluppato un metodo che consente di creare solo globuli rossi appartenenti al gruppo “donatore universale” partendo da prelievi di cellule umane adulte. Sebbene già in passato altre ricerche si siano focalizzate su questo tipo di intervento, questa è la prima che rende possibile ottenere un prodotto ematico privo dal rischio di contaminazioni di tipo microbico. Commenta il coordinatore della ricerca:
Anche se altrove sono state condotte ricerche simili questa è la prima volta che qualcuno ha creato del sangue artificiale corrispondente agli standard appropriati di qualità e sicurezza per la trasfusione in un essere umano.
Ed essendo proprio quello l’obiettivo finale dell’intero lavoro, fa piacere sapere che grazie ai finanziamenti ottenuti il sangue artificiale potrà essere utilizzato in via sperimentale tra il 2016 ed il 2017 su pazienti affetti da talassemia. Proprio a cavallo di questo periodo è previsto, salvo piccole complicazioni, il primo trial clinico per testare l’efficacia e la sicurezza del sangue artificiale del gruppo zero che gli scienziati hanno creato. Fino a questo risultato, il materiale ematico più vicino ad un possibile utilizzo umano e sottoposto a sperimentazione è stato del sangue artificiale ottenuto da derivati ematici bovini intensamente purificati (l’“HBOC-201”della Biopure Corporation).
Non in tutti gli stati il fabbisogno annuo di trasfusioni di sangue è coperto dalle donazioni eseguite: ecco quindi che la produzione su larga scala, ad un costo sostenibile, è davvero il miglior risultato che si possa sperare di ottenere da una simile sperimentazione. Senza contare che, come spiega Marc Turner, in caso di problemi, questa tipologia di sangue messo a punto è facilmente “eliminabile” dal corpo dei pazienti grazie alle attuali tecnologie presenti in medicina.
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