Un’equipe Usa-Spagna ha mostrato come le cellule di un solo capello si possano riprogrammare e ricostruire in maniera speculare per dar luogo a tessuti nervosi o cardiaci. Lo studio ha provato la validità di una tecnica che consente di ottenere cellule iPS (cellule staminali pluripotenti indotte) cioè staminali potenzialmente trasformabili in neuroni o anche in cellule del muscolo cardiaco, a partire dai cheratinociti, cellule dell’epidermide prelevate dai capelli di persone dai 28 ai 35 anni. Il metodo si è dimostrato cento volte più efficente di quello usato finora (con i fibroblasti, cellule del derma) e più veloce (dieci giorni contro trenta circa). Ma soprattutto ha aperto la strada a nuove possibilità per studiare e curare differenti patologie.
Contemporaneamente a questo, è venuto alla luce uno studio ambientale ugualmente importante: le bucce delle arance potrebbero presto trovare un destino diverso dal cestino della spazzatura. Uno studio dell’Università de Tlemcen, in Algeria, dimostra che la buccia delle arance ha proprietà assorbenti nei confronti di tinture e coloranti spesso contenuti nelle acque di scarico o colorifici, industrie tessili e fotografiche. Questi scarichi (che dovrebbero essere smaltiti da costosi impianti di filtraggio) bloccano la fotosintesi delle piante acquatiche alterando gli equilibri naturali della zona e delle specie che vi abitano. Lo studio ha provato che un solo grammo di buccia d’arancia è in grado di assorbire tra i 40 e i 70 milligrammi dei principali coloranti industriali.