I vaccini a mRNA contro il coronavirus sono efficaci sia nell’evitare lo sviluppo di sintomi della malattia sia la trasmissione del virus: è questo il messaggio che emerge dalle conclusioni tratte da due studi da poco pubblicati sulle riviste di settore dedicate. Conclusioni che devono far comprendere quanto possa essere importante la vaccinazione per sconfiggere la malattia.
Efficacia nel diminuire ricoveri
Il primo studio è stato condotto dalla CDC americana e ha reso noto come non solo i vaccini a mRNA siano capaci di prevenire lo sviluppo dei sintomi ma che siano anche capaci di avere un ottima influenza sulla prevenzione del contagio: la seconda ricerca, pubblicata sulla rivista Nature Medicine, sottolinea che anche dopo semplicemente la prima dose, anche in coloro che contraggono il coronavirus, la carica virale risulta essere molto bassa, a tal punto di far pensare che vi siano poche possibilità di contagio, nel caso specifico.
Sono stati diversi i trial clinici che hanno mostrato come i vaccini a mRNA siano efficaci nel prevenire lo sviluppo dei sintomi di Covid-19: si parla delle stesse ricerche che hanno rappresentato la base sulla quale le formulazioni sono state approvate. Il fatto che si sia potuta provare l’efficacia nel mitigare la sintomatologia in caso di contagio ha aperto la strada a campagne che, in molti paesi, sono state già in grado di raggiungere una riduzione dei ricoveri e soprattutto i decessi.
Immunità sterilizzante e vaccini
Uno dei punti “ciechi” dell’intera situazione era comprendere se fosse possibile con questa tipologia di vaccini raggiungere l’immunità sterilizzante, ovvero se la formulazione fosse capace non solo di agire sul decorso della malattia ma fosse anche capace di bloccare il contagio e quindi se il paziente positivo, ma asintomatico per via del vaccino, fosse in grado di trasmettere la malattia. Secondo uno studio apparso sul New England Journal of Medicine, il vaccino Pfizer-BioNTech ha dimostrato la sua efficacia in tal senso in circa il 92% dei casi. Nello studio pubblicato su Nature gli scienziati dell’Israel Institute of Technology di Haifa hanno rilevato, in caso di infezione in persone vaccinate, che la carica virale rilevata è estremamente bassa già a 12 giorni dalla prima dose.
Tornando al lavoro dei ricercatori del CDC statunitense, su un campione di circa 4 mila operatori sanitari seguiti per alcune settimane, è stato verificato che le probabilità di contagio per questi, concluso il ciclo di vaccinazione, era scesa del 90% ed era già all’80% dopo la somministrazione della prima iniezione.