L’influenza A-H1N1, ad oggi, ha messo a letto circa 1 milione di italiani e il picco è previsto per la fine del mese, a cavallo di febbraio. Si stima che alla fine dell’inverno le persone ammalate saranno quasi 6 milioni. Il virus H1N1 ha fatto la prima vittima, una donna di 59 anni, che era ricoverata all’ospedale san Leonardo di Castellammare di Stabia (Napoli).
La signora, cardiopatica e trapiantata renale, non ha retto alla difficoltà respiratoria. Nelle sue condizioni, infatti, si è particolarmente esposti a virus più aggressivi, come appunto il ceppo A-H1N1, associato alla cosiddetta febbre suina, comparsa nel 2009. Dall’Istituto Superiore di Sanità è arrivata subito la rassicurazione che si tratta di casi rari, ma chiaramente i soggetti più a rischio sono i bambini, gli anziani, i cardiopatici e gli immunodepressi.
Il contagio ha accelerato proprio in questi giorni, complici la riapertura di scuole e uffici, l’arrivo del freddo e un minor numero di vaccinati. L’adesione alla campagna vaccinale, infatti, è stata piuttosto scarsa quest’anno, con un calo del 25% soprattutto tra gli over 65, a causa del ritiro di alcuni lotti di vaccini Crucell e poi Novartis, tra ottobre e novembre. Il blocco chiaramente ha generato diffidenza anche in quella fascia di persone che eseguivano la vaccinazione senza alcuna paura o perplessità.
Come ha spiegato Angelo Pulcini, professore di Primo Soccorso presso il Policlinico universitario Umberto I di Roma:
Se vogliamo ridurre di moltissimo il rischio di ammalarsi di influenza dobbiamo imparare a combattere il freddo. Nel momento in cui stiamo avvertendo un disagio causato dal freddo, le nostre difese immunitarie stanno per essere messe fuori uso. Recuperando immediatamente la sensazione di benessere data dal caldo, il virus non sarà quasi mai in grado di prendere il sopravvento.
Arriva anche l’appello dei medici di famiglia a vaccinarsi, in quanto si è ancora in tempo. La copertura sarà completa dopo quasi 2 settimane.
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