Il Dipartimento di Malattie Infettive Parassitarie ed Immunomediate dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) ha fatto chiarezza sul caso di meningite a Roma che, purtroppo, ha provocato la morte di un bambino di appena cinque anni che il 6 dicembre scorso era stato portato di urgenza all’Ospedale Sant’Eugenio, prima di essere trasferito al Policlinico Gemelli: a provocare la morte del piccolo, la presenza di meningococco.
L’ISS ha confermato la presenza di questo ceppo nel campione di liquor prelevato dal piccolo paziente deceduto. In particolare le analisi molecolari effettuate hanno identificato DNA di meningococco di sierogruppo Y che ad oggi rappresenta il terzo sierogruppo più diffuso tra i ceppi di meningococco circolanti: circa il 16% nel 2013, dopo il sierogruppo B (46%) ed il sierogruppo C (33%). E’ stato proprio questo tipo di ceppo a provocare la morte immediata del piccolo che frequentava la scuola materna Padre Lais nella zona delle Tre Fontane, all’Eur.
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I compagni di classe del bambino sono stati immediatamente sottoposti a profilassi antibiotica (che di prassi va effettuata entro le 48 ore dall’ultimo contatto potenziale con il bimbo infetto) nel pronto soccorso pediatrico dell’Ospedale, secondo quanto è stato reso noto nelle ore subito successive alla tragedia. Il caso di meningite fulminante ha creato subito grande ansia e apprensione tra i genitori dei bambini compagni di scuola del piccolo deceduto anche se tutte le procedure sono state portate a termine nelle modalità dettate dal protocollo e i rischi di contagio sono dunque stati annullati.
Ed ecco che, dopo l’ennesima morte da meningite fulminante (la stessa che nel luglio del 2010 provocò anche la morte della figlioletta di Niccolò Fabi, cantante affermato), si riapre il dibattito circa l’utilizzo del vaccino che però, ad oggi, non sarebbe in grado di coprire tutti i ceppi esistenti in circolazione.
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