Perché la poliomielite sta facendo registrare un numero in ascesa di casi quando sembrava essere stata debellata grazie al vaccino? Cerchiamo di fare il punto della situazione.

Perché la poliomielite sta tornando
La poliomielite è una malattia virale che fino a pochi decenni fa rappresentava una delle principali cause di paralisi infantile nel mondo. Grazie a campagne vaccinali estese e coordinate, l’Europa era riuscita a dichiararsi libera dalla polio nel 2002. Parliamo di un traguardo storico che aveva alimentato la speranza di una completa eradicazione globale.
Tuttavia, negli ultimi anni sono comparsi nuovi casi o tracce del virus in diversi Paesi europei, riportando l’attenzione su una malattia che molti consideravano superata. Comprendere perché la poliomielite stia riemergendo è fondamentale per evitarne la diffusione e proteggere la salute pubblica. E forse le reazioni di rifiuto legate al vaccino contro il covid possono essere rilevanti in tal senso.
La poliomielite è causata da tre varianti di poliovirus e si trasmette principalmente per via oro-fecale, cioè attraverso acqua o alimenti contaminati oppure tramite stretto contatto interpersonale. Nella maggior parte dei casi l’infezione è asintomatica o provoca solo sintomi lievi simili a quelli dell’influenza.
In una piccola percentuale di casi, però, il virus raggiunge il sistema nervoso centrale e può causare paralisi permanente. È proprio questa sua capacità di colpire in modo grave solo una parte limitata delle persone infette a renderla spesso subdola. E il virus può circolare per settimane senza essere individuato.
Diverse le motivazioni

Una delle ragioni principali del suo ritorno in Europa riguarda il calo delle coperture vaccinali. In alcune regioni, sia per difficoltà logistiche sia per la crescente diffidenza verso i vaccini, il numero di bambini non vaccinati è aumentato. Il vaccino antipolio è estremamente efficace, ma affinché la comunità resti protetta è necessario che una quota molto elevata della popolazione sia immunizzata. Quando questa soglia scende, il virus può trovare nuovi ospiti e riattivare catene di trasmissione.
Un altro elemento è rappresentato dalle migrazioni internazionali. In alcune aree del mondo la poliomielite non è ancora completamente eliminata e il virus può essere importato da persone che viaggiano o si spostano per motivi umanitari. Questo fenomeno non è di per sé pericoloso se il Paese che riceve questi flussi mantiene alte le coperture vaccinali, ma può creare problemi dove esistono sacche di popolazione più vulnerabile.
Il ritorno della poliomielite in Europa non deve essere motivo di allarmismo, ma dobbiamo acquisire consapevolezza. Rafforzare i programmi vaccinali, migliorare la comunicazione scientifica e monitorare attivamente la presenza del virus nelle acque reflue sono strategie fondamentali per mantenere la malattia sotto controllo. La polio può essere prevenuta e la sua eradicazione rimane un obiettivo alla portata, purché l’attenzione non venga meno.