Tra quale mese avranno inizio le Olimpiadi di Rio 2016 e l’istituto di Medicina e Scienza della Sport e l’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive del CONI in collaborazione con l’ospedale Lazzaro Spallanzani hanno messo a punto un protocollo contro le infezioni per gli atleti che andranno in Brasile.
Un accordo pensato per mettere a punto le procedure da intraprendere per prendersi cura della salute della delegazione italiana e pianificare quelli che potranno essere gli interventi di prevenzione rispetto ai virus presenti in loco. Non bisogna dimenticare che il paese sudamericano al momento è uno di quelli nei quali il virus Zika è presente in modo endemico e che questo potrebbe rappresentare un pericolo reale per gli atleti che parteciperanno ai Giochi Olimpici. E questo è uno dei tanti problemi di salute da prendere in considerazione: non si possono non tenere da conto possibili sindromi para influenzali o gastrointestinali causati da eventuali cambi di dieta.
In particolare, l’attuale situazione brasiliana ha reso necessario mettere a punto dei protocolli che comprendano il monitoraggio degli atleti anche dopo il ritorno in Italia, recependo quelli che sono i suggerimenti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e del Centro Europeo per il controllo delle malattie. E’ prevista la distribuzione di materiale informativo in merito alle possibile infezioni, Zika compreso, in modo tale da insegnare agli atleti come rimanere sani. E non solo, anche la pianificazione di controlli ambulatoriali tempestivi. Commentano gli esperti del CONI e dello Spallanzani:
Due eccellenze si uniscono per sostenere i nostri ragazzi in questa importantissima esperienza a Rio Siamo felici di averlo fatto con l’Istituto Spallanzani. Il Comitato Olimpico e Coni Servizi cercano sempre accordi con quelle che sono le eccellenze italiane. Noi riteniamo di esserlo e altrettanto è l’Istituto Spallanzani [che] si attesta ancora una volta come struttura in grado di affrontare tutti gli aspetti delle malattie infettive a disposizione di tutti gli italiani e per gli atleti che ci rappresentano nel mondo. Mi entusiasma il lavoro silenzioso e costante dei nostri professionisti e ricercatori che consente di offrire velocemente alle Istituzioni, in questo caso al CONI, il necessario contributo scientifico e culturale.
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