Un superbatterio quasi impossibile da debellare (resistente ad ogni tipo di antibiotico, N.d.R.) ha colpito una donna negli Stati Uniti. Si tratta di un particolare ceppo di Escherichia Coli che se da una parte mette in allarme gli esperti, dall’altra li porta ad invitare la popolazione a non cadere nel panico ma a favorire piuttosto una corretta gestione degli antibiotici.
L’infezione rilevata nella donna, in Pennsylvania, rientra tra quelle che già avevano destato preoccupazione nei medici per la loro virulenza e perché già presenti in Europa in sporadici casi. Il batterio, resistente in pratica a qualsiasi tipologia di antibiotico, è stato rilevato nelle urine della paziente. Ciò che mette in allarme gli scienziati è il fatto che lo stesso, non solo sia per la prima volta presente sul territorio americano, ma soprattutto che risulti resistente anche all’antibiotico “Colistin“, considerato come l’ultimo tentativo da utilizzare contro quei batteri che mostrano resistenza a questa classe di medicinali.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha recentemente portato l’attenzione globale sul problema delle infezioni antibiotico resistenti: si rischia, in meno di 30 anni, di tornare a morire di banali disturbi batterici come accadeva nel medioevo. Il ceppo di Escherichia Coli in questione è conosciuto in particolare per la sua mortalità, pari al 50% dei contagi se non opportunamente combattuto. Al momento non si conoscono le attuali condizioni della paziente colpita e se, nonostante l’impossibilità di utilizzare antibiotici, stia riuscendo a combattere l’infezione. Solo nei prossimi giorni, a seconda dell’evolversi dei fatti, si potrà avere una prognosi certa.
Avvenimenti come questi mettono il mondo intero davanti ad una triste verità: o si incominciano a gestire gli antibiotici come si deve e ci si mette al lavoro per trovare delle alternative valide e sostenibili, o si rischia di venir decimati a causa di infezioni stupide che, in passato, eravamo stati in grado di curare . Quando un batterio si rinforza perché in grado di mutare a causa di uno scorretto uso dei medicinali getta le basi per una vera e propria “apocalisse” medica per la quale al momento non abbiamo rimedio.
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