Le priorità dell’OMS, Organizzazione Mondiale della Sanità, per ciò che riguarda il virus Zika sono al momento un vaccino valido e funzionante ed un test per la diagnosi efficace, in modo tale da poter diagnosticare la presenza del microrganismo in anticipo.
E quindi attraverso la diagnosi agire limitando i danni che lo stesso causare. Il collegamento con l’aumento dei casi di microcefalia nei paesi in cui il virus Zika è endemico non è lontano dall’essere provato ed il fatto che una nuova malattia come la meningoencefalite si stata collegata allo stesso di certo spinge gli esperti di tutto il mondo a voler trovare una soluzione il più presto possibile. L’OMS ha anche tracciato un percorso da seguire per la prevenzione in attesa che vengano raggiunti gli obiettivi preposti: prima di tutto un aumento sulle persone a rischio dei test per la diagnosi del contagio da flavivirus, la stessa famiglia di cui Zika fa parte insieme alla febbre dengue e chikungunya. In questo modo sarà possibile scoprire con maggiore facilità la presenza del microrganismo. Nel frattempo gli scienziati lavoreranno alla creazione di un esame in grado di diagnosticare velocemente l’infezione.
Per ciò che concerne il vaccino contro il virus Zika, i ricercatori stanno puntando nel frattempo ad una soluzione di emergenza che possa essere utilizzata per evitare complicanze gravi. L’obiettivo finale è infatti quello di immunizzare a prescindere donne e bambini affinché le stesse possano vedere abbattute ai minimi termini le possibilità di microcefalia nel feto ed al contempo evitare che sviluppino l’infezione nel corso della gravidanza.
Sebbene nella maggior parte dei casi i sintomi del virus Zika siano molto blandi, non si può escludere, al pari di ciò che accade con l’influenza, che il contagio non porti in alcuni casi ad una manifestazione più grave della patologia. L’OMS ha suggerito, tra le altre cose, di tentare di limitare l’esposizione delle persone al vettore, mettendo in atto delle campagne di disinfestazione dedicate. Basterà?
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