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Ictus, un robot per la riabilitazione

 L’ictus è una patologia che spesso lascia il paziente con forti menomazioni fisiche, limitandolo a livello motorio. La medicina moderna è sempre alla ricerca di più nuovi ed efficaci metodi di riabilitazione. Ora una speranza potrebbe venire da alcune sperimentazioni “robotiche” condotte nel nostro paese attraverso il progetto Robocare.

Parliamo praticamente di un robot “fisioterapista” collegato ad un computer gestito dal paziente che aiuta lo stesso a ricreare fisicamente delle azioni virtuali. A capo di questa ricerca l’azienda Humanware, strettamente collegata alla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa. Secondo gli scienziati che hanno partecipato al progetto una riabilitazione di questo tipo, attraverso i robot, spesso e volentieri si rivela maggiormente efficace rispetto a quella tradizionale quando parliamo di ictus. Più che altro per una sorta di “pazienza” e capacità di ripetizione assoluta che l’essere umano come tale non ha.

Sono sue i tipi di braccio elettronici messi a punto dai ricercatori. Il primo, chiamato Ultra, è un braccio snodabile collegato a un computer.  Quando il malato impugna il sistema robotico rileva automaticamente la posizione nello spazio, trasferendo l’informazione al computer che crea degli oggetti da spostare virtualmente sottoponendo contemporaneamente il paziente alla sua seduta di fisioterapia.

Si tratta di una terapia personalizzata:  il software collegato al robot infatti crea per ogni paziente la situazione più congegnale e necessaria singolarmente. Questo dispositivo, testato su alcune decine di pazienti, come rende noto la rivista di settore Gerontologia, è  risultato utilizzabile dal  70% dei malati. Dopo 5 sedute di 50 minuti a settimana per due settimane, coloro che erano stati in grado di approcciarsi alla macchina avevano migliorato la qualità del proprio movimento.

Per ciò che riguarda il secondo braccio, Motore, i risultati arriveranno dopo l’estate. Quest’ultimo è un braccio alimentato a batterie collegato in wireless con il computer di riferimento. Il paziente in questo caso inserisce il braccio nel supporto,  e lo muove a seconda degli esercizi che risulteranno necessari per la riabilitazione del malato.

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Fonte: Corriere della Sera