Il miglior modo per prevenire l’insorgenza dell’Alzheimer? Svolgere attività fisica di tipologia compatibile con l’età che si ha. L’ennesima conferma che uno stile di vita sano e produttivo sia la migliore arma contro il deficit cognitivo e malattie neurologiche e degenerative arriva da una ricerca condotta recentemente dagli esperti americani del Rush University Medical Center.
Lo studio e i relativi risultati sono stati pubblicati nella rivista di settore Neurology. Gli scienziati hanno basato il loro assunto sull’analisi del monitoraggio delle attività quotidiane di ben 716 adulti di età media pari a ottantadue anni. Il dispositivo utilizzato per la ricerca, chiamato “Actigraph” è stato posizionato sul polso della mano non dominante dei volontari ed ha registrato le attività condotte dalla persona per dieci giorni consecutivi ed in modo continuato.
Lo studio, coordinato dal dott. Aron S. Buchman, professore associato di Scienze neurologiche presso l’ospedale statunitense, ha dimostrato come gli anziani che si dedicavano a diverse attività di svolgimento quotidiano nel corso della giornata, seppur senza particolare sforzo fisico, presentavano una riduzione considerevole del rischio di sviluppo di declino cognitivo e dell’Alzheimer.
Commenta lo scienziato:
I risultati del nostro studio indicano che tutte le attività fisiche, tra cui l’esercizio, così come altre attività quali cucinare, lavare i piatti e la pulizia sono associati a un ridotto rischio di malattia di Alzheimer. Questi risultati forniscono il supporto per gli sforzi atti a incoraggiare tutti i tipi di attività fisica negli adulti, anche molto vecchi, che potrebbero non essere in grado di praticare esercizi formali, ma possono ancora beneficiare di uno stile di vita più attivo.
I volontari sono stati seguiti randomicamente per tre anni e mezzo ed oltre ad essere analizzati attraverso il dispositivo, è stato richiesto loro di compilare un questionario in merito alle loro abitudini e di sottoporsi a dei test specifici per valutarne le capacità cognitive. Nel corso dello studio settantuno di loro hanno sviluppato la malattia d’Alzheimer.
Il rischio di ammalarsi si è palesato 2,3 – 2,8 volte maggiore nelle persone che presentavano una minore “dose” di movimento.
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Fonte: Neurology