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Downshifting, slow life, decroissance: la filosofia della lentezza

Sono milioni nel mondo le persone che, in un modo o nell’altro, hanno scelto di andare piano. Smettere di correre, liberarsi dall’ossessione di essere “connessi“, cambiare il ritmo della propria vita. Dal lavoro al rapporto con il cibo, dal sesso al modo di viaggiare. Qualcuno, usando il termine coniato dallo svedese Jórrgen Larsson, lo chiama downshifting: un cambiamento volontario e a lungo termine del proprio stile di vita, che, disinnescando l’equazione “il tempo è denaro“, porta verso una ragionata “decrescita“.

Lavorare meno, guadagnare meno e consumare meno. Altri, invece, la chiamano “semplicità volontaria“: vivere con poco ma meglio, in maniera più consapevole, preferendo la qualità alla quantità e dedicando il proprio tempo a se stessi e alle relazioni con gli altri. Dall’Australia (dove, secondo un recente sondaggio dell’Australian Institute, negli ultimi dieci anni ha “rallentato” il 23 per cento delle persone) all’Italia, patria dell’associazione Slow Food (che conta oggi 40mila iscritti in Italia e più di 80mila nel mondo), dietro al desiderio di una Slow Life sembra esserci un bisogno comune.

Il corpo umano non è in grado di sopportare 80 ore di lavoro a settimana o una dieta da seimila calorie al giorno, più di quanto il pianeta non sia in grado di sopportare un proliferare di metropoli che producono 12 tonnellate di rifiuti solidi in ventiquattro ore. Per i partigiani della décroissance, il vero sviluppo passa, allora, per un rallentamento mirato, reso improrogabile dalla progressiva rarefazione delle risorse naturali. Il termine “slow” è ormai diventato sinonimo di un modo più equilibrato di fare le cose.


La questione non è rallentare, ma scegliere un ritmo di vita che privilegi le relazioni umane e la gentilezza. Riappropriarsi della capacità di elaborare una strategia, di pensare prima di agire, di costruire per il proprio futuro. Per riuscirci seguite i Dieci Comanda-lenti, decalogo del perfetto slowman, che contiene precetti come «Svegliatevi 5 minuti prima del solito per farvi la barba, truccarvi o far colazione senza fretta e con un pizzico di allegria», «Scrivete sms senza simboli o abbreviazioni, magari iniziando con caro o cara» o «Evitate qualche viaggio nei weekend o durante i lunghi ponti, ma gustatevi la vostra città, qualunque essa sia», e si conclude con «Smettiamo di ripetere: “Non ho tempo!”. Continuare a farlo non ci farà certo sembrare più importanti».