Quando si parla di cancro al seno non si deve prendere in considerazione solo il fattore prevalentemente fisico del tumore e del suo agire. Sebbene molto grave infatti, diventa totalmente devastante, anche in coloro che riescono ad uscirne, in associazione a quella che è la sofferenza psicologica della donna. Riprendersi non è quasi mai facile: un aiuto in tal senso può venire dalla meditazione.
Filosofia del Vivere
Yoga: utile in caso di fibrillazione atriale
Lo yoga aiuta a controllare la fibrillazione atriale (FA). A tale conclusione è giunta una ricerca condotta presso l’University of Kansas Hospital e presentata nei giorni scorsi nell’ambito del congresso annuale dell’American College of Cardiology che si è svolto a New Orleans. I benefici sulla salute di questa pratica di antica origine indiana sono noti già da tempo, sia per ciò che riguarda il controllo dello stress che dei dolori muscolo-articolari. Di recente è stato convalidato ad esempio il suo prezioso ausilio in caso di fibromialgia. Ma è la prima volta che lo yoga si associa alla fibrillazione atriale che, ricordiamo, rappresenta l’aritmia più frequente in assoluto che provoca un’incapacità del muscolo cardiaco a svolgere la sua normale funzione di “spinta” del sangue nell’organismo.
Natale 2010: la salute si può donare, ecco come
A Natale fare regali può diventare uno stress ed entrare ed uscire dai negozi magari in giornate fredde può mettere a repentaglio la salute di molti di noi: pensiamo agli sbalzi di temperatura tra interno ed esterno o ai luoghi affollati in cui circolano virus e batteri! Fare shopping e donare agli altri è comunque divertente e deve essere vissuto solo come un piacere: si può scegliere di comprare un qualcosa di estremamente superfluo o più spesso di utile.
Noi di Medicinalive consigliamo di regalare salute. Come? Un’ipotesi può essere quella di offrire un percorso o una vacanza in un centro benessere ad esempio, dove tra creme, saune, massaggi, passeggiate nei boschi o sciate sulla neve ci si può rilassare.
Natale in salute, come ridurre lo stress
Si avvicina il Natale e per quanti hanno perso da tempo lo spirito natalizio e non si lasciano avvolgere dal buon umore consumistico che trapela dai pori delle vetrine, questo vuol dire solo una cosa: stress.
Gli esperti sono concordi nell’affermare che le festività natalizie siano uno dei periodi più stressanti dell’anno. Per diverse ragioni, ai più piuttosto note: riunioni familiari non sempre gradite, frenetica corsa ai regali, organizzazione di pranzi e cene luculliani per pance vestite a festa, poi a ognuno le sue: per le persone sole la malinconia è in agguato, mentre il ritorno per le feste in famiglie numerose e allargate è ben lontano dai quadretti del Mulino Bianco e crea non poche tensioni.
Ma allora che fare per superare le feste alla meno peggio, senza necessariamente fuggire dal Natale, come i protagonisti del film di Joe Roth?
Diagnosi precoce e prevenzione: fare un check-up
La diagnosi precoce e la prevenzione sono le armi principali che abbiamo nei confronti di numerose patologie: la maggior parte. Fare un check-up con regolarità aiuta a tenere sotto controllo la nostra salute. Anche se ci sentiamo bene, determinate indagini diagnostiche possono fornirci informazioni importanti: ci avvisano di alterazioni fisiologiche pericolose o ci inducono a migliorare in parte il nostro stile di vita. In alternativa ci confermano la correttezza della via intrapresa.
Purtroppo però sottoporsi a dei controlli regolari non è un’abitudine comune a molti. Da qui la nostra idea di un sondaggio:
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Eppure basta poco. In generale, almeno una volta l’anno sarebbe necessario sottoporsi a test ematochimici di base, quali l’azotemia, l’uricemia, il controllo del colesterolo (sia Hdl che Ldl), la glicemia, l’emocromo, la bilirubinemia, la fosfatasi alcalina e prostatica, le transaminasi e la Ves, senza farsi mancare un esame delle urine completo ed il controllo della pressione arteriosa.
Donazioni samaritane: utili, ma con dubbio
E’ sempre una buona notizia scoprire che esistono delle persone buone ed altruiste, soprattutto quando queste mettono a disposizione una parte del loro corpo per uno sconosciuto. Parliamo delle donazioni d’organo samaritane, recentemente approvate dal Consiglio Superiore di Sanità (qui).
In Italia ci sono per ora cinque “samaritani” ufficiali (tra Torino, Milano e Bologna), ma nel mondo, dove la pratica è già applicata da tempo, sono molti di più. E’ chiaro che questa prassi non abbatte le liste d’attesa, ma pensiamo che anche un solo rene in più può salvare la vita a qualcuno. L’Italia, come abbiamo già visto è all’avanguardia nei trapianti d’organo ed una situazione del genere non può che sottolineare la sicurezza e la qualità di questi interventi.
Santone: non mangia e non beve da 74 anni
Si chiama Prahlad Jani, ha 83 anni e vive in India, in un piccolo villaggio dello Stato del Gujarat. E’ un uomo mite che pratica meditazione e sta facendo impazzire gli scienziati di tutto il mondo. Perché? Non mangia, non beve e conseguentemente non espleta i suoi bisogni da più di 70 anni. La prima volta che ho letto di lui, qualche anno fa ho pensato ad una leggenda metropolitana e quando circa 15 giorni orsono è ricomparso, ho continuato a pensare che fosse la solita bufala. Invece no.
Ora credo sia tornato a casa, ma per circa 10 giorni è stato tenuto sotto stretta osservazione da un’intera squadra di medici del Defence Institute of Physiologist and Allied Science (Dipas) , un centro di ricerca della difesa. In questi giorni il santone è stato sotto controllo 24 ore su 24, ripreso da una telecamera in una stanza chiusa. Nonostante la sua magrezza e l’età si muove agilmente, quasi come un atleta. Lo confermano finora anche le analisi dei parametri vitali: gli stessi di un 25enne.
Come vivere quattordici anni in più
Come vivere fino a quattordici anni in più. Senza miracoli o pozioni magiche nè tantomeno elisir di giovinezza. Ed escludendo anche il patto col diavolo. In realtà le soluzioni proposte dagli esperti per allungare la nostra vita hanno ben poco di magico e mitico. Si tratta di semplici regole per uno stile di vita sano che, se applicate, potrebbero garantirci quasi quindici anni di vita in più rispetto a chi non le mette in pratica.
Il rapporto tra longevità e salute spesso è confuso. Siamo circondati da una miriade di consigli a riguardo, e tutti sembrano ragionevoli. Dobbiamo camminare? Mangiare più proteine? Fare yoga? Bere vino? Ci sono migliaia di dritte che provengono dalle campagne salutistiche, da medici e nutrizionisti, dalla ricerca. Fortunatamente, per fare un po’ di ordine, tirando le somme su consigli pressocchè simili, e su quelli più frequenti, la ricerca ha dimostrato che abbiamo bisogno di fare 4 cose, legate al nostro buon senso, per vivere 14 anni in più delle persone che non adottano questi comportamenti sani.
Svegliarsi con il piede giusto per combattere lo stress
Lo stress uccide. Eppure è sottovalutato. O peggio, viene considerato quasi in dotazione alla vita moderna, elemento imprescindibile del conciliare vita privata, lavoro, hobby. In realtà tenere alla larga lo stress, è utile a ridurre il rischio di numerose patologie e dunque non è certo meno importante di qualsiasi altra terapia salutare.
Spesso la giornata è stressante sin dalle prime ore del mattino e, al pensiero dei doveri che ci aspettano, soccombiamo alla fretta e al malumore. Ma per alzarsi con il piede giusto e combattere lo stress, basta davvero poco.
La risata è contagiosa per la salute
Ridere è la migliore medicina. Proprio così. La risata è una delle azioni più efficaci per guarire. Studi medici dimostrano che le risate abbassano la pressione sanguigna, aumentano le prestazioni del cuore e dei polmoni, diminuiscono lo stress, mantengono tonici gli addominali e i muscoli del viso, stimolano il sistema immunitario, e aumentano anche la produzione di antivirali naturali che uccidono le cellule tumorali. Oltre a tutto questo, è gratuito, non ha effetti collaterali, e fa sentire bene!
Le risate, come altre azioni ritmiche, rilasciano endorfine, che agiscono nel nostro cervello espandendo la sensazione di benessere e buonumore. Pensate all’ultima volta che avere riso di gusto. Ricordate alla fine come vi siete sentiti subito meglio, rilassati, con il torace più leggero, come se vi avessero letteralmente tolto un peso dalle spalle?
Solitudine, disadattamento e malinconia: i mali attuali
Nel nostro tempo il problema della solitudine è un problema che tocca milioni di persone. Per dare una definizione del termine solitudine possiamo parlare di una condizione umana nella quale l’individuo si isola o viene isolato dagli altri esseri umani generando un rapporto privilegiato con se stesso. In questa società che sempre più ci propone frenesia, corse, competitività, ricerca di ricchezza, full immersion nella gente, è fisiologico ritagliarsi uno spazio proprio per stare con se stessi, riflettere e pensare.
Ma cosa succede se questo ritaglio di tempo diventa invece la propria quotidianità? Succede che ci si può sentire inadeguati,tristi, isolati, demotivati e depressi. Questa condizione di disadattamento è una condizione inadatta all’ uomo, che, come diceva il filosofo Aristotele, è un “animale sociale”. La solitudine che oggi troviamo non è solo quella di non avere amicizie e compagnie, ma è quella dell’ anziano abbandonato, dei ragazzi che non trovano ascolto in famiglia, nella scuola o nel gruppo di pari, è quella della donna vittima dei pregiudizi, è quella del lavoratore che subisce soprusi e viene alienato, dei membri della coppia che non comunicano; è la solitudine che avvolge nella più ampia globalità l’esistenza di ognuno.
Ciò che è possibile vedere in questo momento storico è che lo sviluppo economico sembra aver creato un tipo d’uomo la cui psicologia ruota attorno alla propria ristretta cerchia familiare e al proprio tornaconto economico e personale. La competitività, che non ammette respiro, non favorisce le occasioni conviviali di incontro, di dialogo, di festa scambio. Oggi si vive in sostanza in una società in cui nessuno è veramente mai arrivato e in cui non c’è tempo da dedicare all’ amicizia e allo stare veramente insieme. Si è sempre alla ricerca di un qualcosa, si vive nella frenesia più totale e controproducente.
La solitudine è contagiosa”
Il picco della malattia si registra alla fine dell’anno. Nel vortice delle grandi feste, degli auguri, delle riunioni di famiglie e di amici, dei bacetti sotto il vischio e della felicità con le palline di plastica argentata in confezione regalo. Il meccanismo di trasmissione è classico: sì incontra una persona che ne è affetta, si interagisce con lei da vicino, anche senza contatto fisico ravvicinato, specialmente con lei perché le donne sono le più colpite, e dopo qualche ora, giorno, a volte settimane, perché l’incubazione può essere lunga, possono manifestarsi i sintomi. Perdita di appetito, insonnia, sbalzi di umore, cefalee, autoisolamento, insomma una quarantena interiore.
La malattia di chiama solitudine. E anche se può sembrare un paradosso, nuove ricerche condotte da istituti universitari americani, pubblicate sulla stampa specializzata, sostengono di avere scoperto che la solitudine è contagiosa. Poiché essa è una condizione psicologica (quando non è la solitudine fisica e forzata di chi viene crudelmente abbandonato), la si può trasmettere agli altri, anche avendo un’apparente vita sociale. Sappiamo tutti benissimo che ci si può sentire soli anche nel mezzo di una folla, anche in una casa traboccante di amici e parenti, in un club o in una tragica festa dove gli altri sembrano divertirsi come pazzi. Tutti meno tu.
Godetevi la vita: 6 consigli per vivere meglio!
Ai giorni d’oggi, con l’angoscia di fare ed essere tutto, chi non vorrebbe essere Superwoman? La maggior parte, se non tutte, le donne vorrebbero essere perfette (maledicendo i risultati del femminismo), ma essere delle perfezioniste è debilitante perché ci sentiamo ogni giorno di più come se non fossimo mai all’altezza di niente e di nessuno. Allora, ecco sei consigli per godersi di più la vita senza essere perfette a tutti i costi.
- Fate le cose…a metà. Scegliete un’attività e, invece di mirare al vostro solito 100%, guardate al 70 o al 50%. Mia cugina ad ogni Natale è ossessionata dai regali (quelli che deve fare, ovviamente). Butta via settimane intere (e un sacco di soldi) a cercare la cosa perfetta per tutti e nessuno apprezza lo sforzo, con il risultato che cade in depressione. Ma quest’anno ha deciso di cambiare registro: ha comprato della carta da pacchi poco costosa e ha deciso di dedicarsi ai regali al massimo per una giornata. Il segreto sta nel rendere divertente una cosa che altrimenti sarebbe stressante.
- Fate una lista……e poi riducetela! Annotatevi tutto quello che sentite di dover fare in un giorno, poi impugnate la penna rossa e fate un cerchio solo intorno a ciò che è veramente importante. Quando avrete portato a termine questi impegni, potrete dire di aver fatto fruttare la giornata.
- Ridimensionate il vostro allenamento: La mia amica Giulia passava la sua vita in palestra, finché non inondava di sudore il treadmill non era soddisfatta, poi l’ho convinta a fare una lezione di yoga…ora è più rilassata (e bella) di Angelina e Brad messi insieme! Bisogna imparare a variare il proprio workout, sia in intensità che in genere.
Farmaci essenziali da portare in vacanza
Nel boom della stagione estiva, tra vacanze programmate e last minute, la valigia è lì, sempre in attesa di partire e senza tante pretese. Che, con le complici temperature, diventa una sciocchezza da fare e disfare: costumi, pareo, infradito e due cambi per uscire la sera, già bastano per godersi un soggiorno di relax. Solo un’unica attenzione, quella fondamentale, prima di staccare la spina: ricordarsi di portare con sé alcuni farmaci e rimedi utili per un primo pronto soccorso.
Una piccola accortezza che può salvarvi la vacanza, tenendo sotto controllo gli insidiosi disturbi tipici dell’estate. Una sorta di piccola Farmacia da viaggio, da preparare soprattutto quando si effettua un soggiorno all’estero, dove oltre al problema di reperire gli stessi farmaci, si potrebbe avere la sorpresa di trovare prodotti simili ma con composizione o dosaggio diverso. Ricordandosi comunque di portare sempre con sè una scorta di farmaci che devono essere assunti abitualmente, se si soffre di patologie croniche. Se si rimane in Italia non è un problema, una farmacia sarà sempre a portata di mano, ma siccome i piccoli disturbi sembrano sempre pronti a manifestarsi quando meno ce lo si aspetta, basta giocare d’anticipo, ricorrendo all’automedicazione, laddove è possibile ma senza abusarne, mettendo in valigia i cosiddetti “farmaci salvagente” , come ad esempio gli antidolorifici e gli antipiretici utili in caso di episodi febbrili, antistaminici per le punture d’insetto e i sintomi di eventuali reazioni allergiche.