Lo studio sul rapporto genitori-figli da molti anni è basato sul rapporto tra un figlio ed una madre in quanto, almeno nelle generazioni precedenti, erano le donne più a contatto con i bambini, li crescevano, e soprattutto gli studiosi dell’età dello sviluppo quasi mettevano in secondo piano il ruolo del papà, relegandolo a colui che porta il pane a casa e che si fa vedere poco.
Ultimamente però le cose sono cambiate. Le funzioni degli uomini e delle donne sono diventate più o meno uguali. Anche gli uomini contribuiscono in maniera non irrilevante all’educazione dei bambini, e li accudiscono dal cambio del pannolino al sostegno scolastico.
Per questo, da qualche anno, gli psicologi hanno cominciato a studiare anche il rapporto padre-figlio, e si sono accorti che se il cattivo umore o, peggio, la depressione della madre era nociva per il bambino, quella del padre lo è ancora di più.
Un figlio con una madre depressa sviluppa sentimenti di senso di colpa (crede di essere lui la causa dell’infelicità della madre), ma anche impotenza perché, essendo troppo piccolo, non capisce e non riesce a fare nulla per riuscire a far stare meglio la madre. Se invece è il padre ad essere depresso, c’è il pericolo che il figlio, soprattutto quando maschio, sviluppi gli stessi sintomi, e successivamente cada in depressione anche lui.
Secondo un recente studio dei ricercatori di Oxford, è stato rilevato che, quando c’era un padre con sintomi depressivi, il figlio poteva avere il 10-20% di possibilità di svilupparli uguali, o anche di avere tendenze suicide. Ma non solo. Se infatti il padre ha disturbi della personalità, alterazioni dell’umore e via dicendo, i figli hanno 10 volte in più, rispetto ai coetanei, la possibilità di sviluppare sintomi simili, e fino a 3-4 volte in più l’inclinazione a soffrire di malattie psicologiche. Se invece un padre ha problemi con l’alcolismo, che magari si traducono in violenze verso sè stesso o verso i figli, essi hanno un’altissima probabilità di imitare questi comportamenti più in là nella vita. Il motivo, concludono i ricercatori, è che i figli maschi vedono il padre come un modello da imitare, e quindi seguono gli stessi comportamenti in maniera inconscia. Il problema sta nel fatto che, mentre le madri sono più propense a chiedere aiuto, gli uomini tendono a chiudersi in sè stessi, e non venendo aiutati hanno difficoltà a guarire dai propri problemi, riflettendoli sui figli.
[Fonte: Corriere della Sera]