Il capriccio nelle sue varie forme quali piangere, gridare, lanciare oggetti o buttarsi a terra, viene spesso utilizzato dal bambino nel relazionarsi con gli adulti, per attirarne l’attenzione ed esprimere i propri desideri e bisogni. Al fine di accompagnare i piccoli nella crescita e aiutarli ad esprimersi in modo più sereno e socialmente più accettabile è fondamentale dargli dei limiti. Spesso il bambino ha semplicemente bisogno di sentirsi dire no, significa stabilire delle regole, dei limiti dandogli l’opportunità di risolvere la frustrazione che inevitabilmente gli provoca il conflitto con l’adulto al momento del capriccio.
Si consente così al bambino di acquisire la capacità di superare le difficoltà e di accrescere la fiducia in se stesso e nelle proprie risorse. Altre volte dire no, con dolcezza e fermezza, serve a contenere le sue emozioni che nel momento del capriccio possono diventare molto intense. Il bambino che non sa controllarsi è alla merce della sua emotività; pertanto, aiutarlo a tenersi entro dei confini gli consente di arginare questi sentimenti e permette di stabilire una relazione di fiducia e amore.
Comunque, qualunque siano i capricci ed i no che si intendono stabilire, nel rapportarsi con il bambino capriccioso, è importante credere nei divieti che si stabiliscono senza cedere e rimanere coerenti per non generare confusione e insicurezza. Quando la nostra fermezza viene messa alla prova ricordiamoci che dire no non vuol dire essere cattivi ma accompagnare il bambino nella crescita.