Ancora una volta si torna a parlare di “nuove dipendenze”. Non solo Internet e pc, ma anche shopping compulsivo, uso spasmodico del cellulare e dei videogiochi, dipendenza dal cibo e dal sesso, gioco d’azzardo patologico e addirittura work-addiction, cioè la dipendenza, con totale assuefazione, al lavoro.
Se ne è parlato lungamente a Firenze durante il XXVI Congresso Internazionale organizzato da Sepi (Society for the Exploration of Psychotherapy Integration) e Scuola di Psicoterapia Comparata (SPC). Alcune di queste patologie sono studiate in realtà già da molti anni, ma tutte, vecchie e nuove hanno caratteristiche uniche e pericolose.
Colpiscono essenzialmente i bambini ed i giovani, ma non risparmiano gli adulti e spesso gli anziani. Non c’è differenza di sesso e non si individuano in uno status socio-culturale preciso: sono trasversali. Il problema principale sta nel fatto che non esiste una sostanza (come nel caso della droga, del fumo di sigarette, o dell’alcool) che provoca dipendenza, e per questo spesso non si da l’adeguata attenzione al problema.
Con le nuove addictions il desiderio compulsivo di navigare in internet, di giocare d’azzardo o di mangiare fino a sentirsi male, non nasce da un prodotto chimico, tangibile, ma dalla mente. Anche se poi i sintomi sono quelli di una vera e propria dipendenza, con atteggiamenti e stati emotivi e d’ansia tipici di una crisi d’astinenza.
Non sono quindi da sottovalutare: chi ne è affetto può arrivare a comportamenti e relazioni definiti dagli esperti psicoterapeuti “disfunzionali”. Ci si isola, si perde la percezione del tempo, la capacità di relazionarsi con il prossimo e con il mondo intero. La realtà appare distorta e tutto accade in funzione della propria dipendenza.
Anche con i disturbi fisici che questi possono comportare: vi abbiamo già parlato ad esempio di cosa accade con l’internet addiction (qui) e sapete cosa comportano le abbuffate compulsive. E’ ovvio che tutto ciò che arriva alla psiche è più pericoloso per i bambini ed i giovanissimi, più facilmente assoggettabili ad ogni tipo di dipendenza. Molto si può fare, con la prevenzione, ma anche passando parola, come stiamo cercando di fare noi di Medicinalive.
[Fonte: Adnkronos]