Saranno contenti i sostenitori della teoria della diversità (non solo evidentemente fisica) tra uomo e donna. Sono diversi gli studi che si concentrano sulle reazioni emotive o anche biologiche nei due sessi, ed oggi sappiamo che, di fronte a determinati segnali, nel cervello di un uomo si attivano aree che in quello delle donne non si attivano, e viceversa.
La ricerca, effettuata da Andrzej Urbanik, dell’università di Cracovia, in Polonia, si è concentrata sui segnali di pericolo, quelli che spesso si dice che mandino in panico le donne e mettano a dura prova il coraggio di un uomo. In effetti, leggendo la risonanza magnetica effettuata durante lo studio, pare proprio che questo modo di pensare non sia sbagliato. Di fronte ad un segnale di pericolo infatti, mentre le donne provavano quasi una sensazione di “dolore”, nell’uomo si attivava un’area del cervello che lo porta a reagire ed affrontare la situazione “di petto”.
Lo studio, ripreso dalla BBC, è stato effettuato su 21 uomini e 19 donne, volontari, sottoposti a risonanza magnetica funzionale, una tecnica che permette di vedere sullo schermo di un computer, grazie a dei sensori, quali aree del cervello si attivano a seguito di determinati segnali. Nel momento in cui venivano mostrate ai volontari delle immagini negative, nel cervello delle donne si attivava l’area del talamo sinistro, ovvero l’area che con informazioni positive trasmette piacere, ma con informazioni negative come queste provoca dolore.
Negli uomini invece si attivava l’insula sinistra, la quale è responsabile anche di alcune azioni involontarie, le cosiddette reazioni spontanee, ma anche processi automatici come la respirazione e la digestione. L’attività che avviene in quest’area è chiamata in gergo “combatti o scappa”, che sarebbe infatti la reazione che provoca nelle persone, le quali in una frazione di secondo devono decidere se affrontarla o scappare. Secondo lo stesso Urbanik
Di fronte a situazioni pericolose gli uomini sono quindi più reattivi delle donne.
Spiega lo stesso ricercatore che in questo modo si spiega come mai di notte, nonostante tanti rumori, l’uomo continui a dormire, ma si svegli in caso di suono dell’allarme di auto o un rumore di vento che fa sbattere qualcosa in casa, facendo venire il sospetto che ci sia un ladro. In questa gamma di reazioni non c’è quella al pianto di un bambino, registrato dal cervello maschile come un evento normale e non un pericolo, e dunque permettendogli di continuare a dormire.
[Fonte: Corriere della Sera]