I fachiri riescono a estraniarsi dal dolore provato dallo stare sdraiati su un letto di chiodi grazie alla meditazione. Chiunque di noi può farlo, anche se in maniera meno “forte”. Anzi, la meditazione è ormai stata riconosciuta come pratica naturale più adatta e versatile per combattere il dolore.
Che facesse bene era ormai risaputo. Grazie ad essa infatti si possono alleviare i sintomi dello stress e dell’ansia. In alcuni casi, è stato riscontrato, si rivela essere più efficace di qualsiasi farmaco antidolorifico.
Uno studio a tal riguardo è stato pubblicato Journal of Neuroscience di aprile. I ricercatori del Wake Forest Baptist Medical Center del North Carolina, negli Stati Uniti, hanno costituito un gruppo di 15 volontari sani che nella loro vita non avevano mai effettuato pratiche di meditazione. Ogni partecipante all’esperimento ha seguito quattro incontri di 20 minuti ciascuno nei quali gli è stato insegnato a respirare adeguatamente da liberare la mente.
Spiega l’autore dello studio, il dottor Fadel Zeidan:
Questo è il primo studio che mostra come solo poco più di un’ora di formazione in meditazione può ridurre notevolmente l’esperienza del dolore e l’attivazione del cervello collegata al dolore. Abbiamo scoperto un grande effetto: una riduzione del 40 per cento dell’intensità del dolore e una riduzione del 57 per cento dei dolori fastidiosi. La meditazione ha prodotto una maggiore riduzione del dolore che non la morfina o altri antidolorifici, che di solito riducono il dolore di circa il 25 per cento.
Il mezzo tecnico utilizzato per verificare gli effetti della meditazione sul cervello è stato una speciale risonanza magnetica per immagini, effettuata sia prima che dopo le sessioni di rilassamento. Non solo, per misurare l’effetto della meditazione sulla percezione del dolore i volontari sono stati sottoposti ad un dispositivo che produceva calore e una conseguente sensazione di dolore relativa allo stesso .
Tutte le scansioni hanno dimostrato che la sensazione di dolore era ridotta in misura che variavano a seconda dei casi dall’11 al 93%. Contemporaneamente è stata rilevata una ridotta attività cerebrale nell’aria associata al dolore: la corteccia somatosensoriale, una regione dell’encefalo in piena attività prima della meditazione. Continua il ricercatore:
Una delle ragioni per cui la meditazione può essere stata così efficace nel bloccare il dolore è che non ha funzionato in un solo luogo nel cervello, ma ha invece ridotto il dolore a più livelli di elaborazione.
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Fonte: La Stampa