Che cosa hai mangiato oggi? è questa senza dubbio una delle domande più frequenti che i genitori rivolgono ai loro piccoli quando vanno a prenderli a scuola. La preoccupazione che i bambini mangino adeguatamente è infatti molto diffusa, soprattutto tra le mamme dei bimbi che vanno alla scuola materna, e la cosa è naturale, dato che per la prima volta passano a qualcun altro il testimone di un momento particolarmente delicato dell’accudimento del piccolo.
L’interesse per questo momento è peraltro giusto, specie se si desidera sapere “come” hanno mangiato i piccoli ancor prima di conoscere “quanto” hanno mangiato. È in questi primi anni, in cui si trascorre l’ora di pranzo all’asilo o a scuola a tavola con i coetanei, che si formano quelle abitudini alimentari che accompagneranno la persona per tutta la vita e che, se sono scorrette, possono anche dare non pochi problemi. Ma come dovrebbe essere un pasto tipo?
Innanzitutto, i nutrizionisti sottolineano che il pranzo di mezzogiorno dovrebbe apportare dal 35 al 40 per cento delle calorie assunte durante l’intera giornata, ossia in media tra le 500 e le 700 calorie per i bimbi delle scuole materne e 800-1000 per quelli delle elementari. È anche importante che siano presenti tutti i gruppi di alimenti, in modo da fornire al bambino sia zuccheri a lento assorbimento (come quelli derivati da pasta e riso), sia zuccheri semplici, utilizzabili immediatamente dall’organismo. Il menù deve inoltre prevedere la presenza di proteine e grassi, tanto di origine animale quanto di origine vegetale. E frutta e verdura devono dare il giusto apporto di vitamine, fibre e sali minerali.
Purtroppo non di rado l’apporto calorico o quello proteico finiscono per essere eccessivi, perché i bambini, se lasciati a se stessi, tendono a dividersi in due gruppi: quelli che prediligono soprattutto il primo piatto e quelli che puntano sulla carne. Pesce e contorni rischiano invece di restare in buona parte sul piatto. Che cosa è possibile fare per porre rimedio a questa situazione? Una recente ricerca condotta da Altroconsumo ha messo in evidenza come là dove la maestra mangia allo stesso tavolo dei bambini, questi tendono a mangiare in maniera più equilibrata, specie se l’insegnante è sensibile ai problemi dell’educazione alimentare e scoraggia, per esempio, il bis dei primi invitando a mangiare anche i contorni e la frutta, che dovrebbe sempre comparire in tavola.
Un altro stratagemma per garantire un apporto equilibrato di tutti i principi nutritivi è quello di proporre il piatto unico al posto del classico primo, secondo e contorno, una soluzione che a volte è vista con diffidenza dai genitori, timorosi che si tratti di una scelta “al risparmio”. Per una corretta alimentazione è anche importante che il menù non sia eccessivamente ripetitivo e che presenti un minimo di possibilità di scelta tra primi e secondi piatti. Perché tutto questo funzioni è però necessario che si instauri una collaborazione tra operatori scolastici, famiglie e gestori della mensa, cosa che può essere realizzata attraverso la Commissione mensa della scuola.
Fonte http://www.consumercare.bayer.it/ebbsc/export/sites/cc_it_internet/it/Sapere_and_Salute/articoli/Marzo_2009/Alimentazione.pdf