Feeding the Planet: Energy for Life («Nutrire il pianeta: energia per la vita»). Ovvero: un uso equilibrato delle risorse come arma per garantire più vita (e più salute) ad un pianeta squarciato a metà, tra chi di troppo cibo (o cibo sbagliato) si ammala e muore e chi muore perché non ha di che nutrirsi. Due squadre da un miliardo di individui ciascuna, chiamati idealmente a fare da protagonisti dell’Expo 2015 di Milano, ispirato al diritto ad una alimentazione sana, sicura e sufficiente per tutto il pianeta, da ottenere con la lotta alla sete e alla malnutrizione, l’educazione a corretti stili di vita per prevenire malattie sociali come l’obesità, il diabete, i disturbi cardiovascolari e i tumori, l’innovazione tecnologica dei processi di trattamento e il miglioramento della qualità e della sicurezza degli alimenti.
Non è dunque un caso se la diabetologia italiana ha scelto quest’anno Milano per celebrare la giornata mondiale dal diabete (14 novembre) promossa da Idf (International Diabetes Federation) cui aderiscono 200 associazioni appartenenti a oltre 150 Paesi. A distanza di due anni dalla scelta dell’Onu di dichiarare il diabete malattia ad impatto mondiale il messaggio è ineludibile: senza un cambio di rotta basato proprio sulla prevenzione e sugli stili di vita la malattia diabetica diventerà prestissimo un’epidemia inarrestabile.
Di qui l’appello che la diabetologia italiana è pronta a lanciare ad istituzioni, imprese private e cittadini: il diabete oggi può essere affrontato, prevenuto e/o curato efficacemente, riducendone l’impatto e, in molti casi, impedendone l’insorgenza. Circa l’80% dei casi di diabete di tipo 2 può essere curato anche solo agendo sullo stile di vita, apportando cambiamenti nella dieta e praticando attività fisica. Lo spiega bene l’agenda dei lavori dell’Expo che elenca tra gli altri i seguenti obiettivi:
- rafforzare la qualità e la sicurezza dell’alimentazione, vale a dire la sicurezza di avere cibo a sufficienza per vivere e la certezza di consumare cibo sano e acqua potabile;
- assicurare un’alimentazione sana e di qualità a tutti gli esseri umani per eliminare la fame, la sete, la mortalità infantile e la malnutrizione che colpiscono oggi 850 milioni di persone sul pianeta, debellando carestie e pandemie;
- prevenire le nuovi grandi malattie sociali della nostra epoca, dall’obesità alle patologie cardiovascolari, dai tumori alle epidemie più diffuse, valorizzando le pratiche che permettono la soluzione di queste malattie;
- innovare con la ricerca, la tecnologia e l’impresa l’intera filiera alimentare, per migliorare le caratteristiche nutritive dei prodotti, la loro conservazione e distribuzione;
- educare a una corretta alimentazione per favorire nuovi stili di vita in particolare per i bambini, gli adolescenti, i diversamente abili e gli anziani;
- valorizzare la conoscenza delle “tradizioni alimentari” come elementi culturali ed etnici.
L’agenda giusta per cominciare davvero ad affrontare in modo globale il problema della malnutrizione non solo come sottoalimentazione, ma anche nell’ottica delle malattie che trovano origine in un malinteso “progresso” o “benessere”.