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Vitamina K, a cosa serve e alimenti

Per vitamina K (dalla parola tedesca “koagulation”) s’intende una serie di composti liposolubili raggruppati sotto il nome di naftochinoni. Questa vitamina interviene nei processi di coagulazione del sangue, ma sembra sia coinvolta anche nella regolazione del metabolismo osseo e della diminuzione della calcificazione vascolare. Vediamo insieme in quali alimenti è presente.

Vitamina K: a cosa serve

La vitamina K è stata scoperta nel ’39 ad opera dello scienziato danese Carl Peter Henrik Dam. È necessaria al fegato per produrre i cosiddetti fattori della coagulazione: la protrombina, la proconvertina, il fattore Christmas, il fattore Stuart e le proteine C, S e Z. L’apporto giornarliero di vitamina K deve essere di circa 1 microgrammo per kg di peso corporeo. Nei soggetti sani tale quantitativo è garantito da una dieta equilibrata e varia. Una sua carenza, infatti, è molto rara ed è la spia di condizioni patologiche come:  malattie epatiche, disfunzioni dell’apparato gastrointestinale, ridotta secrezione della bile. Anche gli anticoagulanti tipo dicumarolo possono causare un deficit.

La carenza di vitamina K si manifesta con sindrome emorragica, problemi di coagulazione negli adulti e disturbi nella crescita e nello sviluppo nei bambini (neonati prematuri). L’integrazione va fatta esclusivamente dietro prescrizione medica poiché tale sostanza può avere diverse controindicazioni. È sconsigliata, infatti, in caso di fibrosi cistica, deficit di glucosio-6-fosfato deidrogenasi e per chi si è sottoposto ad interventi chirurgici. Tra gli effetti collaterali del sovraddosaggio ci sono l’ittero, i disturbi gastrointestinali, prurito, ridotta funzionalità epatica, eruzioni cutanee e iperemie circoscritte.

Vitamina K: alimenti

Le fonti alimentari di vitamina K sono in modo particolare i vegetali a foglia verde come i broccoli, i cavolini di Bruxelles, il cavolo, le cime di rapa, la lattuga e gli spinaci. È contenuta anche in discrete quantità nella salvia fresca, nel prezzemolo, nel timo e nella maggiorana essiccati, nella soia, nei piselli, nelle uova, nel fegato di maiale e in quello di manzo.

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