Un nuovo approccio per curare i disturbi del comportamento alimentare in un ambiente più familiare dove anche i parenti stretti potranno seguire le cure e il percorso verso la guarigione. Questo, in poche parole, il progetto del Paim Cooperativa Sociale che entro la fine del 2011 aprirà in Toscana il primo centro residenziale specializzato nella cura dei disturbi alimentari come anoressia e bulimia.
La struttura situata a Lido di Caimore, in una villa in via Colombo, sarà in grado di ospitare dieci persone che potranno curare al meglio i lori disturbi, immersi in un ambiente sano e confortevole. Il nuovo centro sarà un punto di riferimento per altre strutture che la Regione Toscana intenderà aprire nella convinzione che queste particolari malattie si possano curare al meglio in ambienti emotivamente più stimolanti e più umani rispetto a quelli ospedalieri. Il Paim che si occupa della gestione e della progettazione dei servizi socio sanitari ed educativi gestirà il centro offrendo così un ulteriore servizio tra il ventaglio delle attività che già svolge, tra cui: assistenza domiciliare con personale specializzato, gestione di centri diurni, asili nido, case famiglia, residenze assistite o protette, formazione professionale ed orientamento, assistenza ai portatori di handicap e tante altre. L’importanza del nuovo progetto è spiegata dal presidente del Paim Giancarlo Freggia che sul sito dell’associazione dichiara tutta la sua soddisfazione e il suo apprezzamento:
“E’ un traguardo importantissimo per noi poiché si tratta di un progetto all’avanguardia nel panorama nazionale e il primo in Toscana. Per la nostra cooperativa è il completamento di un approccio integrato all’offerta di servizi socio-sanitari sul territorio regionale, con la gestione di un centro che si occuperà di un categoria di disturbi specifici, quelli del comportamento alimentare, su cui la Regione si è molto impegnata e che colpiscono soprattutto i giovani”
Lo splendido contesto in cui il centro verrà immerso sicuramente sarà in grado di aiutare i pazienti a staccarsi da quelle anomalie mentali responsabili dei disturbi alimentari che tutti i giorni vengono corroborate da immagini e modelli fuorvianti. Modelle magrissime, immagini di bellezza stereotipate modificate e rielaborate attraverso programmi di computer grafica, hanno sicuramente un peso rilevante in queste patologie. Una visione distorta del proprio corpo che scaturisce dai meccanismi del cervello che uno studio italiano ha ben evidenziato analizando gli adolescenti colpiti da anoressia nervosa restrittiva. Anche facebook, il noto social network, è stato tirato in causa da un altro interessante studio che ha stabilito una relazione tra il tempo trascorso in rete e la percezione distorta che i giovani potrebbero avere del proprio corpo.
[Fonte: Paim]