La celiachia è una particolare intolleranza alimentare che può manifestarsi a prescindere dal sesso e dall’età di una persona. Talvolta questa patologia rimane nascosta per diversi anni, esacerbandosi magari in seguito ad un intervento chirurgico legato all’apparato digerente. Si tratta dell’ intolleranza al glutine, una particolare proteina contenuta nelle graminacee. Il ministero della Salute ha stimato proprio in questi giorni che in Italia vi siano almeno 600mila persone affette da questa malattia.
Le statistiche ci raccontano che l’incidenza della celiachia, sia nei bambini che negli adulti si aggira intorno all’1%. Il problema è che solo 122.482 persone hanno ottenuto effettivamente una diagnosi e sono censiti in tal senso presso le Asl. Sono dati derivanti direttamente dalla relazione annuale 2010 sulla celiachia recentemente inviata in Parlamento.
Per effettuare il punto della situazione bisogna quindi basarsi solo sui pazienti ufficialmente censiti dal ministero. Ciò non toglie che i dati raccontano di una intolleranza in aumento, che in soli quattro anni le persone colpite dalla celiachia sono praticamente raddoppiate, passando dalle 64mila persone del 2007 alle oltre 122mila del 2010. Solo nel 2011, i dati parziali del ministero raccontano un aumento di casi pari al 10%.
A livello di diffusione per sesso ed età l’intolleranza appare omogenea nel suo colpire, ma stupisce come in base alle regioni vi siano diversi tipi di incidenza. Un dato variabile che vede ancora una volta la Lombardia, il Lazio e la Campania “vincere” il titolo di regioni con maggiore densità di celiaci. Parliamo rispettivamente del 15,3%, dell’11,2% e dell’11% del totale.
Sebbene la distribuzione dei nuovi casi sia omogenea, ancora una volta sono le donne ad essere più colpite dall’intolleranza rispetto agli uomini: in questo caso il rapporto ci racconta di 86mila esponenti del sesso femminile contro i 36mila. Su questo dato gli esperti non si stupiscono però di tanto: la caratteristica autoimmune di questa intolleranza, quindi in qualche modo dipendente da fattori ormonali, trova maggiore riscontro, a livello fisico, nel sesso femminile.
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Fonte: Ministero della Salute