Niente virus o altre ipotesi più o meno credibili, la celiachia dovrebbe (lasciamo il beneficio del dubbio) essere provocata dalle cattive abitudini alimentari. E’ quanto se ne deduce dall’ultimo rapporto del Centro di ricerca sulla Celiachia del Maryland effettuato in collaborazione con i ricercatori italiani dell’Università di Ancona, pubblicato sulla rivista Annals of Medicine.
La certezza, dicono gli studiosi, arriva osservando i dati sulle analisi del sangue effettuate sugli adulti. Fino ad oggi infatti si era creduto che la celiachia fosse una malattia prettamente infantile, con qualche eccezione tra gli adulti, e che fosse presente sin dalla nascita o che si presentasse in giovane età. Ma questa ricerca ha ribaltato questa tesi.
Infatti osservando 3.500 adulti, i ricercatori italiani, in collaborazione con un team americano, ha notato come i casi di celiachia raddoppiassero negli ultimi 15 anni, passando da uno ogni 501 persone ad uno ogni 219. Tutti questi erano adulti, e vanno a confermare il dato italiano che vede 85 mila celiaci presenti oggi, ma che vanno aumentando anche tra i più anziani.
Il motivo, come dicevamo, dovrebbe essere ricercato nel nostro cibo, ed in particolare in quei farinacei prodotti con grani ad alta resa per la produzione nei campi, i quali sono ricchi di glutine cattivo. In pratica è come se mangiassimo alimenti “dopati”, e di certo questo genere di sostanze non possono fare bene al nostro organismo. A furia di mangiare questi super-grani, si finisce con il non tollerare più il glutine, scatenando la reazione che porta alla celiachia.
Negli ultimi 5 anni le diagnosi sono più che raddoppiate, e sempre più spesso, tre volte su quattro, la patologia viene scoperta in età adulta. E c’è da dire che si tratta solo della punta dell’iceberg: secondo le ultime stime, sono 350mila i pazienti non ancora diagnosticati
spiega il professor Gino Roberto Corazza, Direttore della Clinica medica San Matteo di Pavia, uno dei più grandi esperti di celiachia a livello internazionale, ospite al Festival della Salute di Viareggio. Un problema che si aggrava in quelle persone convinte di essere celiache, ma che non sono affette dalla malattia.
Tra il 1995 e il 2005 si sono rivolti a me 605 pazienti celiaci: quasi nel 20% dei casi la diagnosi non è stata confermata
ha concluso il medico.
[Fonte: Repubblica]