Stato sofferente, occhi congestionati, naso irritato e gocciolante, starnuto in arrivo… l’ennesimo: sintomi ben noti a ogni paziente “allergico”. Allergia: è il processo che porta alla sensibilizzazione dell’organismo verso sostanze estranee capaci di comportarsi come allergeni, in grado cioè di causare una risposta immunitaria di tipo allergico, producendo anticorpi specifici chiamati iGE. Tra le cause principali ci sono fattori ereditari, inquinamento, la diversità degli allergeni, fattori psichici e neurovegetativi che favoriscono l’insorgere o l’aggravamento dello stato allergico.
Quando un soggetto sensibile entra in contatto una seconda volta con l’allergene, questo si fissa sulle IgE già prodotte; le cellule del sistema immunitario a cui sono legate liberano sostanze chimiche come istamina e serotonina, la cui azione-reazione è responsabile del verificarsi di quei fenomeni patologici a carico di organi come pelle, occhi, naso, bronchi, polmoni, reni. L’organismo reagisce all’eccessiva presenza di questi mediatori, diventati anch’essi tossine, cercando di liberarsene come può. Gli allergeni “invasori” possono essere inalati (pollini, polveri, piume, peli, squame), o ingeriti (alimenti, medicinali). E possono essere “da contatto” (prodotti di bellezza, detersivi), o iniettati (medicinali, sieri, vaccini, punture di insetto), oppure climatici (freddo, caldo, radiazioni solari).
Oggi c’è anche una forte incidenza di allergie su base alimentare, che provocano, in modo più o meno transitorio, un mix di disturbi che vanno dalla ritenzione idrica, alla stanchezza, a disfunzioni gastro-intestinali. II comune denominatore delle allergie è sempre un’intossicazione dell’organismo, un vero e proprio ingorgo. Il primo passo da fare è individuare l’allergene responsabile con test specifici per gli inalati o gli alimenti. Poi, si deve preparare l’organismo a tollerare meglio l’allergene.
Prevenire significa riattivare gli organi responsabili dell’eliminazione di scorie e tossine, cioè fegato e reni, con un’azione drenante. In pratica, un mese prima del probabile arrivo dell’allergene (polline), si inizia a “ripulire” l’organismo perché, modulando la ritenzione di liquidi e tossine, risponda meglio alla nuova aggressione. Nella fase acuta, per chi ricorre ai farmaci di sintesi, è necessario ricordare che l’attenuazione dei sintomi non riduce il sovraccarico tossinico.
Chi intende curarsi con l’omeopatia dovrà descrivere i sintomi con molta precisione. Per esempio, in caso di rinite allergica, se la secrezione nasale è irritante o no; se la gola è interessata ed è rosa o rossa. Dovrà poi ricordare che è molto importante la frequenza dell’assunzione dei rimedi: più acuti e forti sono i disturbi, più frequente deve essere la somministrazione che va diradata in presenza di miglioramento. La durata della terapia deve estendersi sempre fino alla guarigione completa e anche 24 ore oltre. Nel caso di disturbi cronici e in prevenzione bisogna somministrare il rimedio anche per due mesi.
La fitoterapia offre soluzioni ottimali soprattutto in prevenzione. Ottimo il drenaggio epatico di tarassaco, fumaria, cardo mariano. Per la sua azione sui processi infiammatori, il Ribes Nigrum è utile sia in fase acuta, sia in prevenzione: la sua attività stimolante sulla ghiandola surrenale aumenta i livelli di cortisolo e quindi di cortisone endogeno. In caso di allergia va sconsigliato il “fai da te”.