Diritto alla salute sessuale quale parte integrante del benessere psicofisico degli individui, dialogo, educazione, confronti generazionali, rispetto delle minoranze, sessualità sana e responsabile. Questi i temi e gli obiettivi della prima Giornata Mondiale sulla Salute Sessuale, che si è svolta ieri in contemporanea in ben 27 paesi del globo, organizzata dalla Was ( World Association for Sexual Health) in collaborazione con altre associazioni locali ed internazionali.
In Italia l’iniziativa si è svolta nei giardini della facoltà di Psicologia dell’Università la Sapienza di Roma. L’evento è stato particolare ed innovativo anche in questo: dialoghi di gruppo sulle varie tematiche, aperti al pubblico, in un contesto di festa, ma comunque guidati da esperti di sessuologia.
I risultati di questi incontri, verranno poi trascritti ed analizzati dalla Was, col fine di comprendere l’opinione delle persone al riguardo e trovare ulteriori spunti di riflessione e ricerca.
In molti paesi, come l’Italia, il sesso è stato ormai “sdoganato”, è fin troppo presente nella nostra quotidianità. Diciamo che non è più un tabù parlare di sessualità, specie se lo si fa confondendola con la pornografia.
Mancano ancora le basi di quell’educazione sessuale di cui si parla da decenni e che favorirebbe lo sviluppo del diritto alla salute sessuale. C’è ancora difficoltà ad esprimere i propri disturbi, le proprie difficoltà ad esempio, a parlarne con il prossimo o almeno col proprio partner;
non si affronta col proprio ginecologo il normale calo del desiderio successivo al parto; i giovani non praticano una sessualità responsabile che li preservi dalle malattie veneree, in netta espansione; non si pratica un’adeguata contraccezione; soprattutto però manca
“un’educazione sessuale che parta dall’identità di genere”
ha spiegato Chiara Simonelli , docente di psicosessuologia l’Università la Sapienza di Roma e Presidente della European Federation of Sexology, nonché la principale promotrice della Giornata.
“Qui sta il vero problema. Se si supera questo scoglio, si potranno avere effetti benefici sul rapporto di coppia, sulla consapevolezza delle emozioni e la conoscenza del proprio corpo”.
A questo proposito, la Simonelli ha anche sottolineato come esista un ritardo nella ricerca medica riguardo i disturbi della sfera sessuale femminile, a differenza di quella maschile: dalla pillola blu in poi la salute sessuale degli uomini ha avuto un deciso miglioramento, mentre ancora si aspetta l’immissione sul mercato della famosa “pillola rosa” che dovrebbe aiutare le donne in caso di mancanza di desiderio sessuale.
Non possiamo che lodare iniziative innovative come questa, che si avvicinano anche e soprattutto ai giovani, anche con una pagina su facebook!
[Fonte: Il fatto quotidiano]