Andare per la prima volta dal ginecologo può generare nelle ragazzine una grande apprensione. E se la mamma decide di accompagnare le figlie si possono anche creare incomprensioni e un senso di imbarazzo per entrambe. Ne parliamo con Vincenzina Bruni, Professore associato di ostetricia e ginecologia all’Università di Firenze.
Qual è il momento giusto per la prima visita?
Il primo approccio con il ginecologo non deve necessariamente essere una vera e propria visita, un esame ginecologico in senso stretto. Può essere anche un semplice colloquio che serve a chiarire dubbi e risolvere problematiche per le quali l’esame può non essere indispensabile. Più che di “un momento” preciso, quindi, possiamo parlare di una motivazione. Le ragioni che portano le ragazze più giovani a incontrare il ginecologo possono essere le irregolarità mestruali, la presenza di dolore occasionale o ciclico, alcuni problemi infiammatori vulvovaginali.
Quindi, il primo, è più che altro un incontro informativo…
Sì. Spesso è semplicemente un colloquio in cui è utile fornire informazioni che riguardano la contraccezione e le prime esperienze sessuali. E soprattutto il tema, molto importante, della prevenzione delle infezioni. Per questo è importante che avvenga piuttosto presto, creando possibilmente una relazione stretta tra il medico e la giovane paziente.
Ha senso che la mamma accompagni la figlia?
Molte ricerche, italiane ed estere, hanno scoperto che la presenza attiva dei genitori è molto importante quando i figli devono compiere scelte che riguardano la propria vita di relazione (affetti, amicizie). E anche per la scelta del medico è fondamentale. La loro partecipazione svolge un vero e proprio ruolo protettivo rispetto a comportamenti a rischio compresi quelli sessuali. Un sondaggio, realizzato dalla Società italiana ginecologia dell’infanzia e dell’adolescenza (Sigia) ha evidenziato che è soprattutto la madre la principale fonte di informazione, sia per le figlie sia per i figli, rispetto alla scelta all’uso dei contraccettivi.
Quali sono i timori di una ragazzina prima della visita?
Sicuramente la paura di provar dolore e l’imbarazzo per un esame nuovo che coinvolge organi particolarmente intimi. Per questo è importante rassicurare sul fatto che la visita in certi casi può essere sostituita da un esame ecografico pelvico e che in altri può essere limitata all’ispezione dei soli organi genitali esterni. Infine le ragazzine devono sapere che, se non ci sono problemi, non è mai un esame doloroso.
Qual è la dote principale di un ginecologo, in queste situazioni?
Quella di dare molto spazio al colloquio iniziale e, nel contempo, di fare chiarezza sulla visita in sé e sulle procedure. Bisogna sempre rassicurare le ragazze sul fatto che verranno usati soltanto gli strumenti necessari e adeguati alla loro situazione anatomica e sulla possibilità di interrompere l’esame in qualsiasi momento. La tranquillità di poter scegliere, e in parte controllare, questo tipo di esame di solito aiuta a mettere un freno alla paura.
Fonte (Sapere e Salute)