Henrietta Lacks: la donna dalle cellule immortali. E’ grazie a lei che dal 1951 la medicina e la genetica hanno potuto raggiungere i risultati archiviati. Sono infatti le sue, le prime cellule umane riprodotte in laboratorio. Si chiamano cellule “HeLa” (dal nome della donna appunto) e su di loro si continua a studiare anche oggi: si sono diffuse negli anni presso i laboratori di tutto il mondo.
Si tratta di una storia che ha dell’incredibile: anche se appare essere discutibile dal punto di vista etico è stata in grado di cambiare per sempre il mondo della medicina. L’ha raccolta in un libro uscito lo scorso febbraio Rebecca Skloot, una scrittrice specializzata in opere scientifiche.
E’ stato tramite le cellule HeLa che i ricercatori hanno imparato a clonare ed hanno condotto studi genetici. E’ grazie allo studio condotto sulle cellule di questa donna che è stato possibile mettere a punto la chemioterapia e preparare i farmaci atti a combattere l’influenza, i tumori, la leucemia, addirittura il Morbo di Parkinson. Cinque nobel per la Medicina sono stati assegnati grazie agli studi sulle cellule di Henrietta Lacks. Cosa hanno di speciale ?
Tutto inizia nel 1951, quando la medicina moderna era appena agli inizi e con essa anche gli studi genetici. Gli scienziati tentavano, senza successo, di far crescere delle cellule umane in laboratorio. I problemi erano molteplici. Le cellule si infettavano, o erano troppo deboli, o non crescevano. E l’affacciarsi di malattie come la poliomelite richiedevano uno sforzo medico impossibile da supportare senza la crescita di cellule in laboratorio sulle quali sperimentare i farmaci.
Tutto cambia quando nel John Hopkins Hospital di Baltimora, il dott. George Gey, nota che delle cellule prelevate da un tumore alla cervice uterina di una donna di colore di 30 anni si stavano replicando spontaneamente, raddoppiando di numero ogni 24 ore. Si trattava di cellule prelevate senza permesso sia dal tumore che dalla parte sana di cervice di Henrietta Lacks. Erano i tempi dell’apartheid e ci si curava poco di interpellare una persona di colore su ciò che la riguardava. Solo quattro mesi prima dell’intervento Henrietta aveva dato alla luce un figlio e del tumore non vi era nessuna traccia.
Le cellule prelevate crescono senza sosta. E così, nonostante l’operazione, fa anche il tumore alla cervice della donna. Henrietta muore nell’ottobre del 1951, mentre le sue cellule iniziano a fare il giro dei laboratori di tutto il mondo, contribuendo a salvare la vita di milioni di persone. La famiglia, ignara di tutto, scopre il fatto solo nel 1976, quando viene contattata dalla John Hopkins University, interessata a studiarla per capire qualcosa di più delle cellule HeLa.
Per i figli fu uno shock: loro stessi non erano in grado di pagare e non lo sono tutt’ora, una adeguata copertura sanitaria. L’autrice del libro sulla donna, anche per questo motivo, ha avviato la formazione della “Henrietta Lacks Foundation” in modo tale da consentire ai membri della famiglia Lacks una formazione scolastica adeguata e la possibilità di potersi permettere una assicurazione sanitaria. In fin dei conti i meriti della medicina moderna sono in parte ascrivibili alle cellule di una ignara e ormai sepolta donna della loro famiglia.
Fonte: Corriere della Sera