Il periodo della seconda guerra mondiale, sebbene sia stato un periodo decisamente triste per le barbarie perpetrate da Adolf Hilter e dai suoi uomini è senza dubbio considerabile come un lasso di tempo nel quale ricerca e scienza hanno viaggiato a velocità quasi supersonica, anche a discapito di molte vite innocenti. Ed è in questo quadro che deve essere inserito il tentativo di eliminazione del fuhrer attraverso l’utilizzo di estrogeni.
Ovviamente non parliamo di una eliminazione fisica dell’uomo che sappiamo non è avvenuta e che non può avvenire con la somministrazione di questo ormone, ma di una sorta di trasformazione che si voleva far scattare nel despota tedesco per renderlo innocuo: il suo cambiamento… in una donna. Gli alleati infatti, dopo aver verificato l’inefficienza dei normali attentati ai danni dell’uomo, perpetrati spesso anche da persone a lui vicine, avevano deciso di affrontare la cosa dal punto di vista medico.
A renderlo noto ci ha pensato Brian Ford, professore presso l’università di Cardiff e studioso del periodo. L’ “operazione estrogeno” puntava a “femminizzare” il fuhrer dall’interno, grazie alla capacità di questa sostanza, a livello sintetico, di essere inodore ed insapore e quindi facilmente assimilabile a livello alimentare.
Gli estrogeni infatti sono degli ormoni femminili steroidei prodotti in quantità molto alta nelle donne e decisamente poco “sviluppati” come produzione dai testicoli maschili. Essi vengono solitamente assunti dagli uomini che intendono cambiare sesso e non solo danno il via allo sviluppo mammario ed all’ammorbidimento “somatico” di una persona di sesso maschile, ma ne abbattono l’aggressività, funzionando come una sorta di barriera, di antagonista naturale contro il testosterone.
Sarebbero stati quindi, secondo i piani degli alleati, gli estrogeni i principali fautori di una possibile fine “leggera” del dittatore: si puntava infatti a renderlo molto simile alla sorella Paula, di animo decisamente più docile rispetto al più irruento fratello.
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Fonte: Mirror.co.uk