Le radiazioni nucleari l’hanno fatta nascere malformata, la vita l’ha messa a dura prova, ma l’ha contemporaneamente ripagata con tanto amore e successo. E’ la storia di Oksana Masters, campionessa paralimpica statunitense di Sochi 2014.
Nata con il nome di Alexandrovna Bondarchuk ed abbandonata subito dopo la nascita dai suoi genitori per via del suo aspetto frutto delle radiazioni alle quali i due erano stati sottoposti a causa della tragedia di Chernobyl, Oksana per anni è rimasta in orfanotrofio, abbandonata a se stessa fino a che una donna che si era innamorata di lei in foto non l’ha portata negli Stati Uniti adottandola legalmente. Lì Oksana ha potuto studiare, rimettersi in salute e fare sport. Le dita palmate su ogni mano e senza il pollice, le sei dita nei piedi, la gamba sinistra più corta dell’altra e con ginocchio senza forma, entrambe senza tibia (in gergo medico è chiamata emimelia tibiale bilaterale) non hanno rappresentato un ostacolo all’amore della sua mamma adottiva. Purtroppo si è reso necessario anche eseguire una amputazione delle gambe ad altezza ginocchio per consentirle di potere vivere in salute.
Tutto ciò non l’ha fermata dal perseguire i suoi sogni. A Londra l’atleta ha gareggiato nelle paralimpiadi di canottaggio, a Sochi nello sci nordico, archiviando in entrambi i casi ottimi risultati. L’ultima medaglia d’argento è giunta giusto qualche giorno fa. La sua è una storia di rivincita sulla devastazione e le radiazioni di un disastro nucleare come quello di Chernobyl e sull’abbandono di quei genitori naturali che non sono stati capaci o non hanno voluto amarla per colpa di una imperfezione.
Con il marito Rob, che ha perso le gambe in missione in Afghanistan, forma un duo privato e sportivo, caratterizzato da amore e passione per lo sport. Non pensa di essere coraggiosa, sta solo vivendo la propria vita. E noi non possiamo fare altro che prenderla come l’ennesimo esempio di come la disabilità non è un impedimento al coronare i propri sogni. Qualsiasi essi siano.
Photo Credit | US Television