Il trapianto di faccia più grande del mondo ha avuto luogo negli Stati Uniti. Esso è avvenuto per ridare una vita normale ad un vigile del fuoco che era rimasto gravemente ferito nel 2001 nel corso di un’operazione di salvataggio.
Si tratta di uno degli interventi più imponenti di questo tipo mai affrontati dal punto di vista chirurgico. Patrick Hardison, 41 anni, ha ricevuto da donatore 26 enne dichiarato cerebralmente morto dopo un incidente in bici l’intero viso, lo scalpo, le orecchie. In questo modo è stato possibile ridare al paziente la possibilità di riaprire e chiudere gli occhi naturalmente, riavere delle labbra ed un naso normale e funzionante.
Un’operazione massiccia (26 ore e oltre 100 medici, N.d.R.) che ha avuto successo e per la quale gli specialisti che hanno lavorato sull’uomo hanno studiato procedure per più di un anno in attesa di un possibile donatore. Non è difficile comprendere perchè sia stata necessaria tanta preparazione per questo trapianto di faccia: vi era una sola occasione per riuscire e le possibilità di insuccesso dovevano venire azzerate dalla competenza medica.
Donatore e ricevente sono stati operati simultaneamente: la pelle e le ossa basilari per ricostruire il viso del pompiere sono state prese dal corpo del donatore e posizionate su quello dell’uomo. L’intero costo dell’operazione, sperimentale in ogni sua fase, è stato affrontato interamente dall’Università di New York alla quale si era rivolto un collega del pompiere nella speranza di trovare il modo di migliorare le condizioni del proprio amico. L’operazione è stata un successo: fattore comprovato da un ulteriore “esperimento” condotto dai medici con l’ausilio del paziente: sono andati a fare shopping in un grande magazzino e il viso dell’uomo non ha destato alcuna curiosità. Per quest’ultimo e la sua famiglia il trapianto è stata una benedizione e la stessa madre del giovane morto, la quale ha autorizzato l’operazione è apparsa e continua ad essere supportiva di Patrick e della sua rinnovata felicità.
Photo Credit | NYU Langone Medical Center – Reuters