Il Progetto Daniele, uno studio multicentrico epidemiologico promosso da Abbott, per la prima volta fa luce sulla qualità della vita, fortemente compromessa, dei pazienti affetti da psoriasi. Lo fa analizzando un campione di 787 persone interessate da una forma moderata/grave della patologia. A quali difficoltà va incontro chi è colpito dalla malattia? Ce lo spiega Fabio Ayala, a capo della Clinica Dermatologica dell’Università Federico II di Napoli, che ha coordinato la ricerca:
Il 40% dei pazienti affetti da psoriasi moderata/grave ritiene che la malattia abbia limitato seriamente le proprie aspettative e i progetti di lavoro e carriera. Per una persona su quattro (il 27%) la patologia ha penalizzato le opportunità di avanzamento professionale e circa il 22% afferma di aver subito penalizzazioni nelle proprie potenzialità di guadagno.
La psoriasi, affermano gli autori, è una malattia pervasiva, che non fa sconti, capace di condizionare l’intera vita del paziente, dalla sfera professionale a quella più intima. E dai dati rilevati dal Progetto Daniele si evince quanto sia ancora più duro per i pazienti rapportarsi a sfide già di per sé ardue dell’esistenza: dai problemi sul lavoro, alla carriera, alle difficoltà economiche alle relazioni interpersonali. In termini economici e di avanzamento professionale, oltre che di salute, i pazienti ammalati di psoriasi sono fortemente penalizzati. E spesso, per non affrontare il disagio, si autoinfliggono delle misure restrittive.
Pensate che l’80% dei pazienti intervistati (64% uomini e 36% donne, età media 50 anni) non pratica alcun tipo di sport, il 60% non si veste liberamente ma si lascia limitare dalla malattia, specie le donne. Se l’impatto emotivo della psoriasi è più forte sulle pazienti di sesso femminile, sono però in misura maggiore gli uomini a rivolgersi ad uno specialistica per ottenere supporto psicologico. Esattamente è il 55% degli uomini a richiedere un aiuto rispetto al 45% di donne.
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