E’ allarme microcefalia a causa del virus Zika in Brasile. Questo agente patogeno ha portato ad un impennata dei casi di questa patologia a carico dei neonati. Tanto da allertare gli esperti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Ricordiamo prima di tutto cosa è la microcefalia. Si tratta di una patologia, una malformazione neurologica che consiste nella crescita ridotta del volume del cervello e della circonferenza del cranio. La sintomatologia può non coinvolgere le capacità cognitive. Nei casi più gravi è in grado di creare un quadro di severo ritardo mentale accompagnati da epilessia, paralisi degli arti e dalla mancanza di coordinazione dei movimenti muscolari involontari (atassia). Si tratta di una problematica che si sviluppa all’interno dell’utero e può dipendere sia da anomalie genetiche che da infezioni virali o da esposizioni a particolari sostanze.
Tornando al virus Zika, gli esperti brasiliani pensano che possa essere la causa del crescere dei casi della malattia: nel 2015 sono stati 2.782 i casi registrati rispetto ai 147 casi del 2014 e i 167 del 2013. Il microrganismo è stato trovato dapprima nelle scimmie della foresta di Zika e a causa delle zanzare appartenenti al genere Aedes sarebbe poi arrivato all’uomo. Di per sé la febbre causata dal virus non sarebbe eccessivamente pericolosa: i diversi casi registrati in Africa non hanno destato preoccupazioni nel corso della loro manifestazione. Febbre lieve, eruzioni cutanee, congiuntivite e dolore alla testa ed alle articolazioni i sintomi principali. Nel 25% dei casi l’infezione si è addirittura rivelata asintomatica.
Differente storia raccontano i contagi in Brasile: il ceppo appare infatti essere più forte rispetto a quello originario. Perché è stato fatto il collegamento con la malformazione? E’ presto detto: molti dei bambini nati affetti da microcefalia erano figli di donne contagiate dal virus nel corso della gravidanza. Per questo motivo, in attesa di stabilire una linea guida di comportamento, il Ministero della Salute brasiliano Claudio Maierovitch ha consigliato alle donne residenti nelle zone più colpite di rimandare il concepimento di figli.
Anche in Europa il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie ha consigliato ai cittadini dell’Unione che si recheranno nei paesi colpiti di prendere precauzioni contro il contagio. Mentre l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha suggerito di preparare le strutture delle zone più a rischio di prepararsi a sostenere un’eventuale impennata dei casi.
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