Per non lasciare le famiglie sole con il dramma di un figlio autistico, la diagnosi precoce e l’approccio full immersion risulta la strategia migliore. La conferma, arriva dall’esperienza condotta dall’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù nel Centro “Una breccia nel muro”, destinato al trattamento dell’autismo per bambini dai 18 mesi ai 6 anni.
Per le persone con autismo, il percorso che porta alla diagnosi, è spesso lungo e complesso. Nell’80% dei casi, infatti, sono le madri a formulare i primi sospetti, soprattutto nel corso del secondo anno di vita del bambino. Secondo le stime del Censis, infatti, quasi il 46% delle famiglie ha dovuto attendere tra 1 e 3 anni per ottenere la diagnosi, il 13,5% addirittura più di 3 anni.
La diagnosi precoce, invece, può rappresentare davvero un’ancora di salvezza per le famiglie e gli stessi autistici. Il Centro “Una breccia nel muro”, in questo senso è un punto di riferimento importante. Nato grazie alla collaborazione tra Fondazione Handicap: dopodinoi onlus e l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, è attivo da marzo 2010 e fino ad ora ha preso in carico circa 100 bambini e le loro famiglie con risultati molto soddisfacenti.
All’interno del Centro “Una breccia nel muro”, viene implementato un trattamento di tipo neo-comportamentale atto a migliorare significativamente le funzioni cognitive, comunicative e comportamentali del bambino, coerentemente con le linee guida recentemente emanate dall’Istituto Superiore di Sanità.
Durante il percorso terapeutico, per un totale di 12 mesi, le famiglie dei bambini vengono incluse attivamente nel processo riabilitativo dei figli mettendo in atto dei iter formativi intensivi, al fine di rendere più “ecologico” la gestione della quotidianità nei momenti fuori dal Centro, ovvero a casa e a scuola.
Parallelamente al nucleo familiare più ristretto, viene data la possibilità anche ai referenti scolastici di partecipare al progetto educativo speciale del bambino all’interno del Centro. Ciascun bambino è seguito per 26 ore a settimana, durante il periodo di trattamento al Centro, ma attraverso la formazione dei referenti primari del bambino (famiglia e scuola) viene garantito un trattamento in ambiente naturale di circa 12 ore a settimana anche nei periodi fuori dal Centro.
Seguendo questo percorso terapeutico si raggiungono due obiettivi principali: il primo è quello di fornire gli strumenti necessari ai genitori affinché possano gestire al meglio la problematica dell’autismo e il secondo è quello di facilitare un miglioramento della qualità di vita del nucleo familiare attraverso un sostegno continuo sia di tipo emotivo che di tipo educativo speciale.
Via|Ospedale Pediatrico Bambino Gesù – IRCCS